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A.B. 15 febbraio 2016
«Castagne, tra le colture più redditizie»
«Dal mercato della castagne un fatturato potenziale di 16milioni di euro», dichiara il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, commentando i dati Laore


CAGLIARI - La coltura castanicola è una risorsa importante per l'economia agricola sarda. Dalle elaborazioni dei dati Laore da parte della Coldiretti, potenzialmente il mercato delle campagne può arrivare ad una produzione lorda vendibile di circa 16milioni di euro, oggi fermo a 300mila euro. «E' una coltura a lungo trascurata ma che rappresenta un'ottima integrazione al reddito per le nostre aziende agricole delle aree montane – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - E' una delle colture più redditizie che richiede poche spese, non servono neppure trattamenti». A risvegliare l'attenzione per la coltivazione delle castagne, è stata l'agenzia Laore, in collaborazione con alcune aziende della Barbagia-Mandrolisai.

Oggi, in Sardegna sono stimati circa 2mila ettari destinati alle castagne. Quelli riservati alle piante da frutto sono poco più della metà (oltre mille ettari). Il 90percento dei quali sono ubicati nella Barbagia-Mandrolisai (Desulo, Tonara, Belvì, Aritzo), il 5percento a Seui e nella Barbagia di Ollolai, il restante 5percento nel Goceano e nel Montiferru. In ogni ettaro, possono essere impiantate circa cento piante di castagno, ognuna della quali a regime produce circa 40chilogrammi (40quintali ad ettaro). I tecnici Laore stanno facendo un lavoro prezioso. Dal 2007, hanno cominciato un piano di ristrutturazione, con l'individuazione e la selezione delle biodiversità locali che meglio si adattano al mercato (le cui due qualità più importanti sono la facilità nella sbucciatura e le dimensioni). Hanno già innestato circa 150ettari a marroni e castagne che rispettano queste esigenze. In pratica stanno adattando, nel rispetto delle biodiversità locali, la produzione alle richieste del mercato.

Il tipo di castagna prodotto è infatti fondamentale. Quelle piccole e difficili da sbucciare non hanno praticamente mercato (costano circa un euro) e non vengono neppure raccolte, se non a livello familiare. I marroni e le castagne che sbucciano ed hanno una certa grandezza vanno invece a ruba e costano circa 4euro. Per questo, con tutti i mille ettari in produzione, potenzialmente si potrebbe arrivare ad un fatturato di circa 16milioni di euro. «Il mercato aspetta le nostre castagne – spiega Cualbu – Stiamo importando la quasi totalità del prodotto mentre la poca produzione locale va a ruba e la vendono quasi tutta nelle sagre, per un fatturato intorno ai 300mila euro. Le prospettive sono ottime e ci consentirebbero di aumentare di oltre il 5milapercento il fatturato (da 300mila a 16milioni di euro). La Coldiretti – conclude il presidente di Coldiretti Sardegna – da tempo crede e sostiene questa coltura. Lo testimonia anche il prestigioso riconoscimento ottenuto dall'Associazione Castanicola forestale di Desulo, che nel 2008 vinse l'Oscar green, l'iniziativa promossa da Coldiretti Giovani-Impresa e riservata alle aziende innovative ed ecocompatibili».


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