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A.B. 1 luglio 2016
Accordo di Parigi sul Clima: c'è il via libera
Approvato in Commissione Enve del Comitato delle Regioni, a Bruxelles, il parere del presidente della Regione Autonoma della Sardegna sui cambiamenti climatici


CAGLIARI - Via libera all'unanimità in Commissione Enve, ieri mattina (giovedì), al Comitato delle Regioni di Bruxelles, per il parere a firma di Francesco Pigliaru sull'attuazione dell'Accordo di Parigi sul clima. Sarà il testo che, dopo il passaggio nella riunione plenaria del CdR, porterà la voce dei territori d'Europa alla Cop22, la Conferenza globale sul clima attesa per novembre a Marrakech. «L'approccio territoriale alla lotta ai cambiamenti climatici segna l'apertura a una nuova era», ha spiegato Pigliaru, il cui lavoro va a delineare meccanismi di governance multi-livello che permettano a regioni e città dell’Unione Europea di contribuire fattivamente al raggiungimento degli obbiettivi definiti nella Cop21 di Parigi. «L’impegno che abbiamo davanti è gravoso e intenso - ha dichiarato il presidente della Regione Autonoma della Sardegna - Si tratta di mettere in opera un piano d'azione globale per mantenere la temperatura di questo secolo ben al di sotto di 2gradi, con uno sforzo ulteriore per limitare l'aumento al massimo a 1,5gradi rispetto ai livelli del 1990. La situazione di incertezza politica che si è determinata con la Brexit non deve fermarci. Mentre prendiamo atto del risultato referendario, sono convinto che il Regno Unito, anche attraverso l’impegno delle comunità e dei territori locali del Paese, continuerà a giocare un ruolo determinante nella lotta al cambiamento climatico».

Francesco Pigliaru, sottolineando ancora una volta l'importanza di città e regioni nel rendere operativo l'accordo tra governi, ha poi illustrato i punti del parere, che si focalizza sulle iniziative necessarie per costruire una vera e propria governance multilivello globale. Si tratta di passaggi fondamentali, a partire dal dialogo continuo garantito dalla corretta applicazione dell'Agenda Urbana europea per proseguire con strumenti come il Patto dei sindaci e gli accordi di partenariato con imprese, università, centri di ricerca, scuole, comunità locali, società civile ed organizzazioni non governative. Oltre al coordinamento verticale, è quindi necessario approfondire la governance orizzontale tra le diverse politiche. «Ma poco si può fare se manca l'accesso alle risorse finanziarie - ha detto il governatore - Data la grande quantità di fondi necessari, le regioni e le città avranno bisogno di attrarre sia finanziamenti pubblici sia privati, ma nonostante esistano diverse opportunità all'interno dell'Ue, le Amministrazioni incontrano molti ostacoli. Per questo chiediamo alla Commissione europea, alla Banca europea per gli investimenti e agli Stati membri, di operare a sostegno dello sviluppo di una adeguata capacità amministrativa nelle regioni e nelle città, per mettere in grado gli enti locali e territoriali, soprattutto quelli più piccoli, di sfruttare pienamente le opportunità finanziarie pubbliche e private disponibili a livello Ue».

«Non si tratta di concetti astratti - ha precisato - ma, al contrario, parliamo di cose molto concrete, dal momento che le città e le regioni rappresentano il livello di governance più vicino ai cittadini, quello che per primo si trova a dover affrontare le conseguenze causate dai cambiamenti climatici», ha detto Francesco Pigliaru, che ha poi ricordato come la Sardegna stia soffrendo aumenti della temperatura, diminuzione delle precipitazioni e intensificazione di eventi estremi. Se da un lato questi fenomeni incidono sulla stabilità di sistemi produttivi importanti come l'agricoltura, il turismo e l'allevamento, dall'altro aumentano il rischio di incendi ed eventi alluvionali, oltre a causare l'innalzamento del livello medio del mare e di conseguenza l'erosione costiera. «Ed è evidente che c'è ancora un grande potenziale non sfruttato per coinvolgere le imprese nell'attuazione dell'accordo di Parigi - ha aggiunto il presidente della Regione Sardegna - Integrare la questione climatica in tutte le politiche territoriali permetterà alle popolazioni locali di beneficiare di una più elevata qualità di vita, creando allo stesso tempo opportunità di lavoro locali. È una grande sfida, ma siamo certi che gli amministratori regionali e locali sono pronti a prendersi le loro responsabilità per affrontarla e vincerla».

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