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A.B. 1 luglio 2016
Sardinia Film Festival: premio per la Sperimentale
Per l´aperitivo, arriva Enrico Pau. Nel pomeriggio, convegno su produzione e distribuzione cinematografica. Tra i corti in proiezione di sera, “Maialetto della Nurra” di Marco Antonio Pani. In Sala Duce, prosegue fino a sabato la mostra “Filmofrenico” di Max Mazzoli


SASSARI - In anticipo sulle premiazioni dei cortometraggi in concorso, fissate per sabato, mercoledì la Giuria degli Studenti dell’Accademia di Belle arti di Sassari ha premiato il lavoro vincitore della categoria Sperimentale. Infatti, come nelle passate edizioni, anche quest’anno spetta agli studenti decidere quale sia il miglior corto sperimentale e quale la migliore videoarte. La premiazione è stata anticipata approfittando della presenza a Sassari della giovane filmaker brasiliana Florencia Rovlich, che con Ygor Gama, ha realizzato il cortometraggio “Ya”. Vincitore, appunto, nella categoria sperimentale. Questa la motivazione: “Per la capacità di raccontare in modo sperimentale e innovativo la volontà di ribellarsi in modi e con strumenti diversi alle contraddizioni postmoderne e all’appiattimento urbano per mezzo della riappropriazione degli spazi”.

Al Sardinia Film Festival proseguono con grande successo e partecipazione del pubblico gli aperitivi con i registi, intervistati da Francesca Arca di Radio Venere sulla terrazza del ristorante Borgo di Torre Tonda, in Via Torre Tonda 24. L’ospite di oggi (venerdì) è il regista cagliaritano Enrico Pau, autore di vari lungometraggi nei quali racconta personaggi spesso marginali, alla ricerca di un riscatto interiore e sociale. Da “Pesi leggeri” (2001), ambientato nella periferia di Cagliari ed all’interno di una palestra di pugilato, a “Jimmy della collina” (2006), liberamente tratto da un romanzo di Massimo Carlotto. Fino al più recente “L’accabadora” (2015), con Donatella Finocchiaro e Carolina Crescentini. L’incontro è l’occasione giusta, divertente ed informale, per conoscere meglio, tra un drink e quattro chiacchiere, il lavoro, i progetti per il futuro e la poetica di uno dei registi più noti di quella che qualche anno fa veniva salutata entusiasticamente dai critici cinematografici come la “Nouvelle vague sarda”.

Ancora prima dell’aperitivo, alle ore 17.30, nell’Aula Salvatore Satta del Quadrilatero, in Viale Mancini 3, il Sardinia Film Festival, in collaborazione con la casa di produzione Il Monello Film, propone un convegno aperto a tutti, dal titolo “Cinema: incontro con gli operatori del mercato”. È un appuntamento importante, soprattutto per i giovani filmmakers, per conoscere le tendenze del mercato cinematografico e scoprire i requisiti necessari ad un film per attirare l’interesse di produttori e distributori. Partecipano Manuela Buono (distribuzioni Slingshot Films), Paolo Minuto (Cineclub Internazionale Distribuzione) e Mariangela Bruno (collaboratrice del Cineclub Arsenale di Pisa e della Fondazione Sardegna Film Commission). Modererà l’incontro Riccardo Baldini, head of Production per la Fondazione Sardegna Film Commission.

Tra i corti in proiezione oggi c’è “Maialetto della Nurra”, di Marco Antonio Pani (presente al festival) uno dei registi fondatori di “Moviementu-Rete cinema Sardegna”, che riunisce gran parte degli operatori sardi dell’audiovisivo. Questa la sinossi del suo lavoro, girato in un bianco e nero ironico e surreale: “due allevatori di maiali si confrontano sui rispettivi metodi d'allevamento, un gruppo di maialetti da latte che amano il cinema d'autore se lo godono sullo schermo di un iPad. Un'imprevista visita dei Carabinieri e un volo psichedelico sui paesaggi selvaggi della pianura della Nurra raccontati da improbabili, ma autentici testimoni”. “Il metodo Greenberry” (Francia) di Baptiste Bertheuil racconta un modo poco ortodosso di selezionare aspiranti ad un posto di lavoro. Da segnalare il grottesco “The escape” (Colombia), di Fabián Pinilla, che racconta i retroscena di una fabbrica di insaccati molto particolare, e “Skeleton”, di Hoyme Kai Welfe (Germania), in concorso nella sezione VideoArte. Per la Vetrina Sardegna, è in concorso “Fizos”, di Francesco Cristiano Pirisi, prodotto in collaborazione con l’Istituto sardo regionale etnografico. La Corea è rappresentata dalla fiction “Dystopia”, di Sunyong Bak. Questa la sinossi: “Nel capitalismo moderno, i lavoratori non sono chiamati più schiavi, non sono più deprivati né sfruttati. Semplicemente vengono cresciuti senza alcuna possibilità di sopravvivenza al di fuori del sistema”. È islandese la fiction “Artùn”, di Gudmundur Arnar Gudmundsson, la storia di Arnar, un adolescente che non ha mai baciato una ragazza.

Nella foto: Florencia Rovlich, la Giuria dell'Accademia di Belle Arti e la giornalista Rachele Falchi


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