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S.A. 19 luglio 2016
Parte a Cagliari il progetto Flowered
Seminario di avvio del progetto finanziato con 3 milioni di euro dall’Unione europea che realizzerà un sistema di gestione integrata delle risorse idriche, per i comparti potabile, agricolo e zootecnico, in tre aree dell’Etiopia, Kenia e Tanzania


CAGLIARI - Si terrà domani a Cagliari, mercoledì 20 luglio nei locali del Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche (ingresso da via Trentino) – a partire dalle 9 ma andrà avanti per tutta la mattinata – il “kick off meeting”, il seminario di avvio del progetto finanziato con 3 milioni di euro dall’Unione europea che realizzerà un sistema di gestione integrata delle risorse idriche, per i comparti potabile, agricolo e zootecnico, in tre aree dell’Etiopia, Kenia e Tanzania interessate dalla contaminazione del fluoro. Saranno presenti i partner del progetto internazionale coordinato dal prof. Giorgio Ghiglieri.

Il team del professore ha centrato un importante risultato: il progetto FLOWERED (de-FLuoridation technologies for improving quality Of WatER and agro-animal products along the East african rift valley in the context of aDaptation to climate change) è stato infatti finanziato nell’ambito del Programma “H2020 WATER- 5c-2015” con la quota detta, di cui oltre 500mila euro destinati all’Università di Cagliari. Sono tre i Paesi europei coinvolti e quattro quelli africani.

Il gruppo di ricerca internazionale è composto da 14 partner provenienti dal mondo accademico, da organizzazioni non governative (ONG) e da piccole e medie imprese: con il coordinamento del dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, lavorano il Nucleo Ricerca sulla Desertificazione – NRD dell’Università di Sassari, il Centro di GeoTecnologie dell’Università di Siena, il Departament de Cristallografia, Mineralogia i Dipòsits Minerals, Facultat de Geologia (Universitat de Barcelona – Spagna), l’Institute of Biological Environmental and Rural Sciences (University of Aberystwyth (IBERS-AU) - United Kingdom, il College of natural Sciences University of Addis Ababa (AAU) – Ethiopia, il Department of Chemistry and Biochemistry, School of Science, University of Eldoret (UOE) – Kenya, il Nelson Mandela African Institution of Science and Technology (NM-AIST)-Tanzania, Oikos East Africa (OEA) – Tanzania, Observatoire du Sahara et du Sahel (OSS) (International, Intergovernmental Organization operating in Africa’s Sahara-Sahel Region)- Tunisia, Hydro Technical Engineering S.r.l. (HTE)- Italy, Planetek Italia S.r.l. – Italy, D D’Enginy Biorem S.L.- Spain, Geomatrix PLC- Ethiopia.

Per l’Università di Cagliari sono coinvolti, oltre al prof. Ghiglieri i referenti scientifici sui temi dell’Idrogeologia e Idrogeochimica (prof. Rosa Cidu, prof. Franco Frau, dott.ssa Stefania Da Pelo), della geologia (prof. Antonio Funedda), della Geomatica e Telerilevamento (dott.ssa Maria Teresa Melis) e della Geofisica (Prof. Roberto Balia). Il progetto - attraverso lo studio del complesso sistema idrogeologico del Rift africano e l’applicazione di nuove tecnologie - proporrà un sistema di gestione integrata delle risorse idriche, per i comparti potabile, agricolo e zootecnico, in tre aree dell’Etiopia, Kenia e Tanzania interessate dalla contaminazione del fluoro. Il sistema di gestione verrà condiviso a livello locale proponendo soluzioni tecnologiche e di gestione eco e socio-compatibili.

Più nel dettaglio, il sistema di gestione integrata delle acque prevede lo sviluppo di tecnologie innovative applicabili alla scala del villaggio rurale per la defluorizzazione delle acque e l’applicazione di pratiche sostenibili innovative in agricoltura. Si tratta di pratiche che hanno lo scopo di mitigare l’impatto della contaminazione del fluoro nelle acque e nei suoli e consentire la produzione di specie foraggere selezionate per l’alimentazione degli animali da latte. Lo sviluppo di un sistema innovativo e condiviso di gestione dei dati geologico-ambientali supporterà l’attuazione del sistema di gestione integrato, sostenibile e partecipato.
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27/3/2024
20 laureati e decine di studenti detenuti hanno frequentato i corsi universitari durante questi dieci anni. Negli Istituti Penitenziari in cui opera, l´Università di Sassari impegna in percorsi universitari in media il triplo dei detenuti rispetto alla media nazionale (5-6% rispetto al 2%), con punte di eccellenza nelle due Case di Reclusione di Tempio Pausania (15-17%) e Alghero (8-10%)


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