Antonio Sini
20 luglio 2016
Calcio: il Fertilia rischia di scomparire
Ancora pochi giorni di paziente attesa e poi si saprà la sorte della compagine giuliana, retrocessa in Prima Categoria. Nobile decaduta del calcio regionale, è scivolata di due categorie nel volgere di due anni e relegata a un ruolo di anonimato
ALGHERO - Nel Fertilia, la situazione è disperata. L’assemblea dei soci non è stata convocata per l’elezione del nuovo Direttivo e del (nuovo) presidente. Nella borgata si sa pochissimo della squadra di calcio. Si viaggia con i “ sembra”. Sotto i portici, all’ombra del solleone estivo, chi sorseggia un aperitivo nel tavolino del bar-ristorante Sbisà, storico ritrovo dei calciofili locali, non sa nulla. E se nel cuore di Fertilia le notizie certe latitano, il fondo di verità è che fra squadra e borgata è rottura.
Se è vero come è, che tutto il Direttivo dello scorso anno si è fatto da parte, e sul proscenio non rimane nulla. Anzi no, rimane il segretario a far funzioni di chi oggi non c’è. Il segretario, facente funzioni, Angelo Arena ieri (martedì) ha trasmesso in Federazione la richiesta d’iscrizione della squadra in Prima categoria. Per lui un onere enorme e la responsabilità di dover fare qualcosa per tentare di guadagnare tempo. Una richiesta in bianco, poiché alla documentazione non è stato allegato l’assegno-quota d’iscrizione di quasi 4mila euro. Una certificazione del momentaccio della squadra giuliana. La certificazione che si è a un passo dalla scomparsa della squadra dal calcio dilettantistico sardo.
Tutto perché, alla data odierna, non c’è nessuno che la vuole rilevare. Il patrimonio di una società sulla soglia di cinquant’anni di storia, rischia di finire in malora, spazzato via senza che alcuno abbia, obiettivamente, colpa. E dire che si parla di una società sana, senza debiti. Il Fertilia verrà aspettato per regolarizzare la propria posizione fino al 30 luglio. Ma si capisce che si parla di una situazione drammatica. Chi cercherà nuovi dirigent? Chi proverà a contattare qualche imprenditore? E la risposta è proprio quella che si pensa.
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