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A.B. 23 luglio 2016
L´Isola dei libri: a Lo Quarter si è aperto il sipario
Grande successo ed altrettanta partecipazione per la serata di apertura del programma di promozione dell’editoria sarda, Lo Quarter del llibre, prima tappa del progetto culturale. Questa sera, sul palco della struttura algherese, l’attesa performance “Tributo ai visionari sardi”, con il jazzista nuorese Gavino Murgia e l’attore cagliaritano Elio Turno Arthemalle


ALGHERO - Con la vicenda artistica del ceramista di Dorgali Salvatore Fancello, si è aperta ad Alghero “Lo Quarter del llibre”, prima tappa di un articolato progetto di promozione dell’editoria sarda denominato “L’Isola dei libri”, che nei prossimi mesi toccherà anche Cagliari e Carbonia. Il titolo del programma algherese, un voluto riferimento alla sede dell’evento, è stato promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna ed ideato dall’Associazione Editori Sardi, d’intesa con i librai locali (in particolare “Cyrano. Libri vini e svago” ed “Il Labirinto”), la Fondazione Meta, il Comune di Alghero e la Biblioteca comunale Rafael Sari. Dopo i saluti della presidente degli editori sardi Simonetta Castia, del sindaco di Alghero Mario Bruno e del presidente della Fondazione Meta Pietro Alfonso, è toccato ad Antonello Cuccu (edizioni Illisso) aprire la lunga carrellata di presentazioni, di fronte a un folto pubblico, all’interno della suggestiva cornice de Lo Quarter. Infatti, in occasione dei cento anni dalla nascita di Fancello, la casa editrice nuorese ha pubblicato il volume “Salvatore Fancello e la scuola ceramica di Dorgali”, che presenta una sintesi ragionata, corredata da un notevole apparato iconografico, relativa all’esperienza artistica di un autore prolifico e visionario a cui si deve il grande merito di avere reso dignità artistica alla ceramica ed all’artigianato in generale.

A proseguire il programma della serata, ha pensato il giornalista Giovanni Floris che, stimolato dalle domande di un altro giornalista molto popolare, Luca Telese, ha presentato il suo ultimo libro “La prima regola degli Shardana” (Feltrinelli). La storia è ambientata a Prantixedda Inferru, località nel cuore dell’Ogliastra, dove in una torrida estate, tre amici (Raffaele, Giuseppe e Sandro) arrivano nel paesino con una missione molto speciale: far rinascere la locale squadra di calcio e vincere la Coppa Sarda. In una trama ricca di colpi di scena, i tre affronteranno una serie di situazioni ed incontreranno quattro indimenticabili personaggi, il tutto sullo sfondo di una Sardegna raccontata al di là di ogni luogo comune. Sul drammatico fenomeno degli attentati in Sardegna hanno invece fatto il punto la sociologa Antonietta Mazzette (Università di Sassari), responsabile dell’Osservatorio sulla criminalità in Sardegna, ed il sociologo politico Daniele Pulino, autori del volume “Gli attentati in Sardegna, scena e retroscena della violenza” (edito da Cuec). La gravità del fenomeno è nei numeri snocciolati a più riprese durante l’incontro, coordinato dal giornalista de La Nuova Sardegna Costantino Cossu: 3338 attentati in dieci anni e solo 120 attentatori noti, come dire, appena il 7percento. Un dramma che dai primi Anni Ottanta ad oggi ha fatto registrare una preoccupante escalation di cui gli autori hanno indagato la natura e le modalità operative degli attentatori.

Infatti, secondo la valutazione di Mazzette, a monte ci sarebbe una serie di concause tra cui il passaggio dalla fase premoderna a quella moderna che in una realtà delicata come la Sardegna non sarebbe avvenuto in maniera graduale ed indolore. Ancora, tra le cause, il fallimento del sistema industriale ed infine l’introduzione di nuovi modelli di consumo ai quali si sarebbe aggiunta, nel tempo, la diffusione illegale di armi. Stando ai risultati di questo importante studio, il fenomeno sarebbe particolarmente presente nell’area centro settentrionale della Sardegna. La maggior parte degli attentati, «Il cui termine – ha spiegato la sociologa – è usato in modo non tecnico», riguarda soprattutto due categorie di persone: gli amministratori e gli imprenditori. Attentati che si registrano nei contesti socio-culturali in cui l’economia è particolarmente vivace e vengono messi a segno durante la notte, in un arco temporale compreso tra la mezzanotte e le 6 del mattino. L’omertà, hanno spiegato gli autori, è un elemento che complica il lavoro delle forze dell’ordine, «Ma a monte – ha tenuto a precisare Antonietta Mazzette – ci sono anche l’indifferenza, la paura e la sfiducia delle gente».

Nell’incontro successivo, si è parlato di turismo, con la presentazione del libro “La Sardegna e il turismo, sei testimoni raccontano l’industria delle vacanze”, edito da Edes, a cui hanno partecipato l’autore, lo storico Sandro Ruju, il giornalista Alberto Pinna e l’antropologo Bachisio Bandinu. L’opera raccoglie le testimonianze di sei esperti del settore turistico che, in modo diverso, ma da un osservatorio privilegiato, hanno avuto modo di registrare i cambiamenti avvenuti in Sardegna dagli Anni Cinquanta del Novecento a oggi. Si tratta di Bruno Asili (per anni direttore del Centro regionale di programmazione) dello storico Manlio Brigaglia, di Umberto Giordano (ex direttore dell’Ente provinciale per il turismo di Sassari), Antonio Mundula (titolare dell’albergo Italia di Cagliari e responsabile degli albergatori del Sud Sardegna), Pasqua Salis Palimodde (dell’hotel ristorante Su Gologone di Oliena) e Gianfranco Tresoldi (titolare dell’hotel Pontinental di Platamona). Dallo studio, che abbraccia l’arco temporale di un cinquantennio, emerge che il turismo sardo è cresciuto, anche se persistono problemi di carattere strutturale legati alla difficoltà nei trasporti ed al rapporto con le produzioni locali che solo nell’ultimo periodo sono entrati nel circuito turistico regionale. Il volume è arricchito da una prefazione di Vera Zamagni dell’Università di Bologna e corredato da inserti fotografici che riportano belle immagini in bianco e nero della Sardegna del passato.

In chiusura di serata, Michele Forteleoni (Società astronomica turritana) ha presentato il volume “Celesti notturni” (edizioni Mediando), presente l’autore Tore Serra. Si tratta di un volume fotografico con immagini molto suggestive, che propongono siti archeologici della Sardegna ritratti di notte in particolari condizioni di cielo stellato. Un lavoro realizzato sulla scorta della significativa esperienza del progetto di archeoastronomia ideato e promosso dal Circolo culturale Aristeo di Sassari, in collaborazione con la Società astronomica turritana. Durante la presentazione, che ha concluso il programma della prima serata, scorrevano su un grande schermo le slide con le immagini più significative tratte dal volume. In apertura di manifestazione, il sindaco di Alghero Mario Bruno ha rimarcato il fatto che malgrado il percorso un po’ accidentato, che ha caratterizzato la fase iniziale, si è riusciti comunque a portare la manifestazione ad Alghero, «Un modello da imitare – ha concluso Bruno – ed esportare anche in altri centri dell’isola». La presidente dell'Aes Simonetta Castia ha manifestato «la soddisfazione degli editori per il varo della manifestazione in una città importante come Alghero le cui peculiarità paesaggistiche concorrono a descrivere in modo multiforme l’identità dei sardi». Intanto, partecipato il dibattito “Scrivere in algherese. Letteratura per la Sardegna, letteratura per il mondo”, promosso questa mattina (sabato) nella biblioteca comunale “Rafael Sari”, curato da Nor Edizioni, cui hanno preso parte Antoni Arca, Giovanni Battista Oliva e Giovanni Pinna.

Nella foto: Pietro Alfonso, Simonetta Castia, Mario Bruno ed Antonio Meloni

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