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A.B. 30 luglio 2016
Legambiente chiede l´intervento su Macchiareddu
«Il sequestro di un’area di oltre 16mila metri quadrati nella Zona Industriale di Cagliari, dove erano stati sepolti 70mila tonnellate di rifiuti inquinanti, richiede interventi rapidi per perseguire i responsabili e procedere alla bonifica, grazie alla nuova legge sugli ecoreati», dichiarano i vertici regionali dell´associazione ambientale


CAGLIARI - «La notizia dell’operazione della Guardia di Finanza di Cagliari, a seguito delle indagini disposte dalla Procura della Repubblica di Cagliari già dal 2015, che ha portato al sequestro di una vasta zona, grande 16mila metri quadri, davanti allo stabilimento della Sanac nel polo industriale di Cagliari Macchiareddu [LEGGI], è sicuramente grave e preoccupante», afferma il presidente di Legambiente Sardegna Annalisa Colombu.

«Grave, perché si apprende che erano stati interrati a 3metri di profondità agenti inquinanti catalogati come rifiuti speciali pericolosi industriali, oli sintetici, miscele bituminose contenenti catrame, scorie di cemento e mattoni per oltre 70mila tonnelate. Preoccupante, perché ancora una volta emerge l’uso sconsiderato che negli anni passati, soprattutto nei poli di industrializzazione, è stato fatto del territorio, visto che erano stati sepolti illegalmente 70mila tonnellate di rifiuti pericolosi (un quantitativo equivalente a quello trasportato da 3mila tir), per di più in prossimità di un’area di interesse ambientale. E’ urgente a questo punto l’operazione di bonifica a carico dei responsabili dell’inquinamento», aggiunge Colombu.

«Ci auguriamo che sulla base della nuova legge sugli ecoreati si possa intervenire con la dovuta severità», dichiara il direttore nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, che recentemente, proprio ad Assemini, ha presentato la nuova legge, che per la prima volta ha introdotto i delitti ambientali nel Codice Penale. Grazie alla nuova normativa, per cui Legambiente ha combattuto per ventuno anni, chi inquina paga davvero. Una volta accertate le responsabilità, grazie alle nuove norme, si procederà più velocemente alla bonifica dei siti contaminati, recuperando i ritardi accumulati fino ad oggi in tutto il Paese.


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