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A.B. 16 agosto 2016
Restaurato il portone della chiesa di Sant´Antonio abate
I lavori, avviati a luglio grazie ad un contributo del Comune di Sassari, si sono conclusi poco prima di Ferragosto


SASSARI – È stato restaurato con il contributo del Comune di Sassari il portale in legno della chiesa di Sant'Antonio abate. I lavori, iniziati ai primi di luglio, sono stati completati alcuni giorni prima della Discesa dei Candelieri, per dare a fedeli e turisti la possibilità di ammirarlo. Il portale, realizzato oltre cento anni fa, non subiva un restauro da almeno cinquanta anni e presentava fessure e spaccature, dall'alto verso il basso, che ne minavano ormai la sua bellezza. Il portone è costruito in legno di castagno, è alto circa 4,2metri e largo circa 3metri.

A segnalare la necessità di un intervento è stato il priore dell'Arciconfraternita dei Servi di Maria Mario Dau. Sono state necessarie quindi quattro tipi di azioni, realizzate grazie ad un progetto di restauro fatto dalla ditta Il Cortonese di Sassari, approvato dalla Soprintendenza ,quindi seguito dalla responsabile Laura Donati e dal caporestauratore Pietro Usai. Il Comune, con l'Assessorato ai Lavori pubblici, ha quindi risposto alla richiesta di aiuto e ha messo a disposizione dell'Arciconfraternita un contributo di circa 6mila euro per la realizzazione del restauro conservativo. «Abbiamo dovuto prima ripulirlo dalla sporcizia che si era accumulata in questi cinquant'anni – spiega il restauratore Sergio Gnozzi – quindi abbiamo iniziato a chiudere le spaccature che si presentavano nella parte esterna».

Davanti al portone di ingresso, è stato posizionato un telo bianco per consentire ai restauratori di lavorare e proteggere il portone dal sole. Infatti, le grandi porte non sono state spostate e si è dovuto lavorare in loco. «Questa è stata la parte più difficile – Sergio Gnozzi – è abbiamo dovuto lavorare in verticale. Le fessure sono state stuccate, quindi abbiamo dato un'altra ripulita e nutrito il legno con due mani di olio paglierino. Successivamente, è stato necessario stendere un impregnante, per dare una maggiore protezione al legno». Per il restauratore, a conclusione dei lavori, è stata una bella soddisfazione ed orgoglio aver ridato vitalità ad una vera e propria opera d'arte. «Il portone –conclude Sergio Gnozzi – oltre ad avere più di cento anni fu realizzato dalle abili mani dei fratelli Clemente, storici falegnami di Sassari».

Nella foto: la chiesa di Sant'Antonio abate
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