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A.B. 19 agosto 2016
Patto per la Sardegna: il Centro Democratico chiama il territorio
In una nota firmata dal rappresentante sassarese Francesco Era, il Cd chiede il massimo coinvolgimento dell’intera Rete Metropolitana per l’area vasta, le Unioni dei Comuni, i commissari straordinari, i rappresentanti rete dell’Anci, affinché le autonomie territoriali possano ottenere e beneficiare celermente dei relativi finanziamenti


SASSARI - «In relazione al Patto per la Sardegna appena siglato tra il presidente della Regione e presidente del Consiglio per conto del Governo proprio a Sassari, stante le lunghe attese del nord Sardegna per la realizzazione e l’ultimazione di infrastrutture in corso, fondamentali per la ripresa economica e la connessione del territorio; si chiede il massimo coinvolgimento dell’intera Rete Metropolitana per l’area vasta, le Unioni dei Comuni, i commissari straordinari, i rappresentanti rete dell’Anci, affinché le autonomie territoriali in questione possano ottenere e beneficiare celermente dei relativi finanziamenti». Inizia così una nota, firmata da Francesco Era, rappresentante sassarese del Centro Democratico, ed indirizzata ai sindaci della Rete Metropolitana ed a tutti gli amministratori del territorio del nord Sardegna.

Secondo Era, per contro, gli Enti Locali dovrebbero predisporre prontamente tutte le procedure necessarie, con una puntuale programmazione e progettazione delle opere strategiche quali strade dighe e infrastrutture relative al sistema idrico che riguardano l’intero comprensorio. A parte le connessioni strategiche quali la Strada Statale per Olbia, la Strada Statale per Alghero ed il completamento della Buddi Buddi, vista la crescente siccità sia per l’approvvigionamento domestico, sia agricolo, «è opportuno investire per l’interconnessione dei vari bacini idrografici, anche per far defluire le eccedenze che vanno perse e utilizzare le fonti dei corsi d’acqua esistenti che non vengono sfruttati. Tra le opere che possono ottenere questi finanziamenti a Sassari – prosegue la nota - c’è sicuramente il sistema idrico delle dighe del Bunnari, di cui l’Amministrazione Comunale è proprietaria e che ha tripla valenza sia ambientale che dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico e che il Consiglio Comunale ha dato l’indirizzo di recuperare. Non riuscire a reperire quanto necessario, visto che il Governo e la Regione hanno programmato le risorse per tali interventi, sarebbe certamente una sconfitta per Sassari che ha il dovere di tutelare tali dighe, che di fatto costituiscono anche dei monumenti storici, essendo tra le strutture più vecchie in Italia, che però possono ritornare a funzionare».

Secondo il Centro Democratico, non basta inserire l’opera nel Dup e nel Piano delle Opere Pubbliche. Per il recupero di quest'opera, per snellire le procedure ed abbreviare i tempi, «sarebbe opportuno che sia direttamente il Comune a fungere da stazione appaltante ed incamerare le risorse necessarie alla stregua di quanto è avvenuto per il Centro Intermodale. Stesso ragionamento sarebbe altrettanto valido per i successivi lotti della metropolitana di superficie per raggiungere Baldinca. Ritornando al contesto della risorsa idrica occorre che siano propositivi anche i Consorzi di bonifica sia del Sassarese che della Gallura che certamente non devono entrare in competizione. Non è il caso di disunirsi e dividersi, ma al contrario di fare fronte comune lavorando insieme al fine di predisporre i vari progetti per aumentare le fonti di approvvigionamento idrico non solo per le abitazioni, ma anche per le aziende agro pastorali il cui costo dell’acqua deve assolutamente diminuire drasticamente», conclude Francesco Era.

Nella foto: un momento della visita di Matteo Renzi a Sassari


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