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A.B. 25 agosto 2016
Lavoratori Asl/Aou a Sassari: sindacati sul piede di guerra
«Quale premialità ai dipendenti? La situazione è paradossale: sono i dipendenti ad essere in debito con l´azienda! Neanche nei paesi del centro Africa sarebbero capaci di fare peggio», dichiarano i segretari di Fsi, Nursind e Fials


SASSARI - Le organizzazioni sindacali Fsi, Nursind e Fials e le altre sigle sindacali, per tutto il 2015 sono state impegnate in numerose riunioni convocate dai vertici Asl ed Aou, che volevano convincerle a firmare il Protocollo d'Intesa per l'incorporazione, rassicurando che la macchina organizzativa era efficiente e non ci sarebbero stati problemi né per i lavoratori né per gli utenti. I sindacati non hanno firmato alcun documento proposto dalle aziende e, a tutt'oggi, i segretari Mariangela Campus (Fsi), Fausta Pileri (NurSind) e Salvatore Dettori (Fials) «possono ben affermare che ci hanno visto lungo e che si trattava di affermazioni menzognere e infondate poiché, a distanza di otto mesi dalla fusione delle due aziende, i dipendenti passati alla Aou sono umiliati, mortificati e realmente penalizzati insieme a numerosi cittadini che tentano di accedere alle strutture pubbliche per potersi curare», dichiarano i tre.

Alla stregua dei lavoratori Asl, anche quelli transitati in Aou lavorano ogni giorno con zelo e spirito di abnegazione, dedicando la loro vita lavorativa a reparti e servizi con forti criticità operative soprattutto per il blocco del turnover, che non permette assunzioni o sostituzioni di personale. «Purtroppo però – spiegano i segretari delle tre sigle sindacali - si sono visti negare il passaggio di fascia retributiva e decurtare la produttività a causa del pagamento biennale dei buoni pasto (anziché mensile); ed ancora, è loro preclusa la mobilità e, di conseguenza, l'avvicinamento del luogo di lavoro al proprio domicilio e il ricongiungimento coi familiari anche a coloro ai quali spetterebbe per legge (Legge 104/92)». I segretari territoriali del NurSind, della Fsi e della Fials evidenziano che i lavoratori transitati nel 2007 in Aou si trovano in una situazione ben peggiore, dato che non possono avere né produttività, né fasce retributive, «perché i fondi dai quali si dovrebbe attingere per erogarle non sono certificati dal Collegio dei Revisori a causa di gravi anomalie».

Come se non bastasse, anche i dipendenti rimasti alla Asl Sassari si ritrovano in una situazione molto precaria. «Una delle beffe più eclatanti arriva dalla graduatoria delle fasce retributive in cui il merito, la premialità e l'equità sono scomparsi: una graduatoria tutta sballata e contestata cui fa seguito una nuova graduatoria nuovamente sballata con lavoratori che attendevano finalmente qualche euro dalla produttività e invece va a finire che sono i dipendenti che devono soldi all'azienda. Il buonsenso e il rispetto della legge latitano soprattutto alla luce di situazioni in cui dipendenti con valutazione individuale massima che non si assentano mai e lavorano ogni giorno con sollecitudine si ritrovano fuori dalla graduatoria, mentre sono ammessi dipendenti che non hanno mai lavorato nei reparti di degenza ed hanno una valutazione minima e pessima», proseguono Campus, Pileri e Dettori.

Ed ancora, congiuntamente, i sindacati Fials, Fsi e NurSind denunciano «che vi sono numerose delibere per assunzioni di (giovani) infermieri a tempo determinato che vengono destinati in ambulatori e servizi che in realtà dovrebbero essere la destinazione degli infermieri con maggiore anzianità di servizio. Paradossalmente, mandano negli ambulatori i più giovani, mentre chi ha alle spalle pluriennale esperienza e fatiche si vede costretto a stare ancora in reparto. È palese che tutto questo si ripercuota sul clima lavorativo e sull'assistenza fornita agli utenti che pagano lo scotto di una gestione pessima sotto ogni punto di vista che ha portato la sanità del sassarese ad un lento declino e alla morte. Pare un regresso inesorabile e impietoso che sta logorando la sanità di tutta la provincia di Sassari, i lavoratori e i cittadini», concludono i tre segretari.

Nella foto: un momento di una manifestazione di protesta
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