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Red 26 agosto 2016
Antonio Zucca: da Porto Torres alla conquista del mondo
Portotorres24.it ha intervistato il tennista turritano, uno dei due sardi presenti nella classifica mondiale


PORTO TORRES - Portotorres24.it ha intervistato Antonio Zucca, uno dei due sardi presenti nella classifica mondiale di tennis. Il tennista portotorrese è attualmente 1450 delle classifiche Atp, mentre il mancino dorgalese Manuel Mazzella (numero 1 sardo e campione regionale in carica) gravita attorno alla posizione 970.

Quando hai iniziato a giocare a tennis?
«Ho iniziato a giocare a tennis nell'estate dei miei sette anni, dopo un anno di scuola calcio a Porto Torres. Mio padre si iscrisse per fare un corso estivo al circolo, così decidemmo di andare anche io e mio fratello Piero e da quel giorno non ho mai smesso di giocare a tennis».

Chi era il tuo idolo quando hai iniziato e a chi ti ispiri ora?
«Il mio idolo da piccolo era sicuramente l'americano Andy Roddick, mi piaceva il suo atteggiamento sempre carico nel campo da tennis, il suo servizio, forse quasi il migliore della storia del tennis. Ora i due giocatori che mi piacciono di più sono Tomas Berdych e Jo Wilfred Tsonga, diciamo che mi ispiro al gioco».

Ti ricordi la tua prima partita?
«La mia prima partita di preciso non me la ricordo, ho delle immagini di quando ero piccolo nei torneini under 8, però mi ricordo di aver vinto il mio primo torneo ad Alghero».

Cosa ti piace e cosa odi del tuo sport?
«Sicuramente mi piace viaggiare, conoscere nuove persone, nuove lingue, fare nuove esperienze sono tutte cose molto positive che ti aiutano a crescere al di fuori del campo. Del mio sport non odio niente, anche perché lo amo. L'unica cosa che non mi piace è il fatto di vedere poco la mia famiglia. Il fatto di stare diversi mesi senza tornare a casa penso sia la cosa peggiore di questo sport».

Il tuo pensiero alla prima partita internazionale.
«La mia prima partita a livello internazionale me la ricordo, anche perché ogni anno giocavo il torneo Futures di Porto Torres nel circolo dove sono cresciuto. Avevo giocato contro un ragazzo di Cagliari, all'epoca penso 3.4. Io, poco più che tredicenne, persi quella partita».

Il tuo pensiero quando hai guadagnato il primo punto mondiale.
«La vittoria che mi ha fatto prendere il primo punto Atp la ricordo come se fosse ora, visto che per me è stato un sogno. Giocavo a Sharm El Sheikh, dopo essermi qualificato, e ho vinto contro un ragazzo americano per 7-5 6-3. Quella è stata una delle più grandi emozioni della mia vita».

Hai lasciato la Sardegna per allenarti in Penisola (e la stessa scelta l'ha fatta Mazzella): perchè?
«Ho lasciato la Sardegna a diciassette anni per poter inseguire un sogno, quello di diventare un tennista professionista. In quel periodo, come anche tutt'ora, penso che non si possa diventare un professionista rimanendo in Sardegna, non ci sono le strutture adatte, i giocatori, ma penso sia anche la mentalità sbagliata. Si pensa che gli "stranieri" siano in ogni caso più forti dei sardi, cosa assolutamente sbagliata. Mi auguro per i prossimi ragazzi che ci siano le possibilità di rimanere in Sardegna con le proprie famiglie e diventare dei tennisti professionisti».

Obbiettivo per questo ultimo scorcio di 2016? E per il 2017?
«L'obbiettivo è quello di giocare partite a livello internazionale, ora farò una serie di tornei Itf per cercare di alzare il mio livello tennistico, poi i punti, la classifica andrà sicuramente di conseguenza. Per il 2017 ancora non abbiamo fatto dei programmi con i maestri che mi stanno seguendo ora, prima pensiamo di finire l'anno, poi ci penseremo».

Si dice spesso che fare sport in modo professionistico toglie tanto ai ragazzi dal punto di vista “sociale”, che ne pensi?
La vita di uno sportivo sicuramente è molto diversa da quella che i ragazzi sono ormai abituati a fare. Uno sportivo non può andare a ballare tutte le sere, deve mangiare in un certo modo, deve mettere lo sport al primo posto, per questo magari la vita dello sportivo in generale toglie qualcosa alla vita sociale, ma questo è il "prezzo che si deve pagare".

Chiudiamo l'intervista con i ringraziamenti del caso...
«Si, come ultima cosa, volevo ringraziare la mia famiglia, che fa notevoli sforzi per potermi farmi inseguire questo mio sogno. Ringrazio il circolo Margine Rosso che, con l'ingaggio del campionato (prossimo anno in serie B), mi aiuta nelle spese. Ringrazio davvero tanto il mio psicologico Manolo Cattari, con il quale da pochi mesi ho iniziato un percorso che ha già dato molti risultati positivi. Per ultimo, ma non per importanza, voglio ringraziare il mio amico Daniele Catini: grazie a lui sono arrivato ad allenarmi alla Tennis Team Vianello di Roma, dove ci alleniamo da qualche settimana».

Nella foto: Antonio Zucca


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