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A.B. 16 settembre 2016
«Utilizzare i vasconi, basta chiacchiere»
«Utilizzare i vasconi di polmonazione per evitare allagamenti e scarichi a mare». L´ex sindaco Marco Tedde riaccende la polemica sui chiacchierati vasconi (realizzati e mai utilizzati), a seguito gli allagamenti in città dopo i temporali estivi


ALGHERO - «Al netto delle polemiche circa i danni causati dagli allagamenti provocati dai due acquazzoni estivi e sull’intasamento dei tombini provocato dalla scarsa pulizia, credo sia utile prestare attenzione al fatto che mentre la città si allaga e i reflui vengono scaricati in mare i vasconi “stanno a guardare”». Inizia così, all'indomani degli allagamenti in diversi punti della città causati dal temporale estivo della notte tra mercoledì e giovedì [LEGGI], l'intervento del vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Marco Tedde, che si inserisce nella polemica relativa ai vasconi di polmonazione realizzati sotto la sua Amministrazione, mai entrati in funzione e al centro d'infinite polemiche perché ritenuti perfino dannosi.

«Superando la vulgata strumentale promossa da certa politica e sostenuta dalla stampa a questa organica, che cerca in modo maldestro di addebitare ai vasconi di polmonazione, realizzati da circa sei anni e mai utilizzati, la responsabilità dei recenti scarichi di liquami in mare, è utile capire il sistema in cui si inseriscono e i loro fini strutturali. Assodato ormai che il nostro sistema di raccolta è misto, e quindi le condotte trasportano reflui e acque meteoriche, come i più hanno oramai capito – spiega l'ex primo cittadino - quelli che l’attuale Amministrazione impropriamente definiva “vasconi di prime piogge” sono, invece, vasche di accumulo delle eccedenze». In pratica, stando a quanto spiegato da Tedde, servirebbero per evitare che i liquami vengano scaricati a mare in presenza di forti fenomeni meteorici. Quindi, quando il sistema è saturo, i liquami verrebbero raccolti dai vasconi e poi mandati verso la stazione di pompaggio del Mariotti, che a sua volta li invierebbe al depuratore di San Marco. «Vasconi che risultano collaudati e che Abbanoa pare non avere preso in carico perché lo smaltimento del loro contenuto incrementa i costi gestionali del depuratore»”, sottolinea il forzista.

Tutti i reflui e le acque meteoriche della zona alta della città, secondo la teoria di Tedde dovrebbero arrivare al vascone di Piazza Sulis per poi essere pompati lungo Via XX settembre, fino all’incrocio con Via Sant'Agostino e da lì giungere alla stazione di pompaggio del Mariotti, bypassando i Bastioni, il centro storico e Bigagli. «Ciò consentirebbe di evitare gli allagamenti del centro storico e gli scarichi a mare che hanno caratterizzato questa stagione bruttissima per l’ambiente cittadino. Dalla stazione di pompaggio del Mariotti – prosegue il consigliere regionale - vengono poi spinti verso Monte Agnese e da li per gravità arrivano al Depuratore di San Marco. Il vascone del cimitero è invece un polmone di riserva, che è alimentato dal vascone di Piazza Sulis allorché le portate sono sovrabbondanti. I vasconi di Piazzale della Pace e di San Giovanni dovrebbero recuperare i reflui in eccesso di via Garibaldi per evitare la fuoriuscita dei reflui dai chiusini stradali con i conseguenti allagamenti che ne derivano. Allorché la situazione si stabilizza le vasche si svuotano, reimmettendo i reflui accumulati in fognatura e nel contempo si auto puliscono, in quanto al loro all’interno sono presenti degli idro eiettori che ripuliscono il fondo vasca da residui di fango e non solo».

«Lo scarico a mare posto in prossimità di via Carducci, che fu oggetto di un maldestro tentativo di addebito del troppo pieno del vascone di Piazza Sulis, non è altro che lo scarico del vecchio canalone di raccolta delle acque meteoriche che inizia da viale della Resistenza, percorre il primo tratto di viale Giovanni XXIIi fino a via Einaudi, percorre via Morandi (fu la causa dell’allagamento del Centro Commerciale Ferroni nel 1992), attraversa il cortile della scuola elementare Maria Immacolata, raggiunge via Carducci e va a scaricare a mare in prossimità del cinema Miramare», prosegue nella descrizione Tedde. «A ciò occorre aggiungere che essendo intasata la vecchia condotta di scarico del vecchio depuratore Mariotti situata presso il Solaio, che fungeva anche da scarico di emergenza, viene utilizzato per tale scopo lo scarico posto nel molo di sottoflutto, prospicente la spiaggia di San Giovanni, che provoca l’inquinamento del tratto di mare antistante da cui scaturiscono i divieti di balneazione. Se questo è il quadro, emerge con nitidezza che è arrivata l’ora di smetterla con le chiacchiere e occorre immediatamente utilizzare i vasconi e predisporre un progetto per riparare la vecchia condotta di scarico del Solaio. Per avere un quadro conoscitivo sarebbe sufficiente assumere informazioni presso i tecnici dell’Amministrazione, che peraltro hanno seguito i lavori di realizzazione, che possono illustrare agli attuali amministratori, che di fatto gestiscono le sorti della città dal 2012, queste evidenze tecniche», conclude Marco Tedde.
28/3/2024
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