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A.B. 17 settembre 2016
«Riforma Area danneggia tutti i professionisti»
«La riforma si trasformerà in un aumento dei costi per la collettività», dichiara i rappresentanti della Rete delle Professioni tecniche nazionale


CAGLIARI - Un provvedimento che danneggerà l’intero settore edilizio e non solo. La riforma di Area, che ha ricevuto un primo via libera ed il cui esame riprenderà la settimana prossima in Consiglio Regionale, contiene un riferimento esplicito all'internalizzazione dei servizi di progettazione delle opere pubbliche. Tale procedura, in controtendenza rispetto a quanto sta accadendo a livello nazionale, e non è supportata dalla presentazione di dati oggettivi che indichino la sua validità. «Ingegneri e architetti saranno i più colpiti in prima battuta, ma a cascata questo approccio danneggerà gli oltre 15mila professionisti dell’area tecnica e non solo», sostiene Gianni Massa, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e Rete delle Professioni tecniche nazionale, «andare avanti su questa strada vorrebbe dire rinunciare all’idea di una Pubblica amministrazione moderna, ovvero concentrata su pianificazione e controllo dei procedimenti ovvero su qualità delle opere e sulla valutazione del loro impatto sul territorio, ed esporsi a un aumento di costi e tempi di realizzazione».

Questo, perché i professionisti dipendenti non sarebbero messi nelle condizioni di svolgere questo tipo di attività: non possono esserlo, perché sono gli stessi che devono gestire i servizi tecnici di competenza della Pubblica amministrazione necessari ad erogare servizi alla collettività, agli operatori economici, occuparsi della manutenzione, della gestione e dell’adeguamento di edifici ed infrastrutture pubbliche quali quelle affidate Area. «Se la Regione intende dedicarsi anche alla progettazione – insiste Massa – si affidi a progettisti interni con gli stessi requisiti da lei stessa richiesti ai liberi professionisti esterni, senza distoglierli da altre funzioni, cosa che penalizzerebbe l’intero sistema economico locale e farebbe lievitare i costi della Pubblica amministrazione».

Secondo Ettore Crobu, coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche della Sardegna, «lo sviluppo economico della nostra Regione deve ripartire dal coinvolgimento attivo dei professionisti nelle fasi decisionali e esecutive dei processi della Pubblica amministrazione, principio cardine della Rete stessa. Come già sottolineato in altre occasioni - conclude Crobu - auspichiamo che sia migliorata la pianificazione delle attività all'interno delle Istituzioni con l'utilizzo del know how in possesso degli Ordini Professionali». Puntare su una Pubblica amministrazione che si concentri su pianificazione e controllo, quindi, lasciando ai professionisti il ruolo di supporto, in concreta attuazione del principio di sussidiarietà tra amministrazione pubblica ed operatori privati.


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