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S.A. 14 ottobre 2016
«Banca Europea, aziende sarde escluse da credito»
L´eurodeputato del PPE Salvatore Cicu è intervenuto in occasione della Relazione Annuale della BEIIn Sardegna, in Sicilia e in tutto il Sud: sono ancora poche le PMI che riescono a realizzare progetti di internazionalizzazione in mercati terzi


CAGLIARI - «La Banca Europea cambi impostazione nella concessione dei finanziamenti, occorre garantire una priorità di credito alle Piccole Medie Imprese tramite intermediari bancari locali che realizzano un accesso creditizio per le aziende locali. La sfida dell'economia europea si vince solo rianimando l'impianto finanziario delle cellule produttive del nostro Paese. In Sardegna e in Sicilia abbiamo una situazione di forte difficoltà finanziaria, le aziende non hanno accesso al credito e restano escluse da ogni processo di crescita».

Così l'eurodeputato del PPE Salvatore Cicu intervenuto in sede parlamentare in qualità di relatore del PPE in occasione della Relazione Annuale della BEI. «Ci troviamo davanti ad un tema di fondamentale importanza - ha specificato Cicu - perché è nel sostegno alle PMI che possono realizzarsi progetti di sviluppo, di innovazione, di ricerca ma non solo, anche sfide minori, magari meno ambiziosi in termini finanziari, che rappresentano comunque degli obiettivi importanti e di ampia prospettiva per le aziende locali. Tutto questo è possibile soltanto attraverso un riconoscimento delle opportunità di accesso al credito».

«In Sardegna, in Sicilia e in tutto il Sud - ha ricordato l'esponente del PPE - sono ancora poche le PMI che riescono a realizzare progetti di internazionalizzazione in mercati terzi. Voglio essere molto pratico su questo punto: provengo io stesso da territori nei quali le aziende, quando riescono ad accedere al finanziamento di banche locali, troppo spesso non sono a conoscenza del fatto che i finanziamenti in questione derivano direttamente dall’UE, e nel caso di specie dalla Banca Europea degli Investimenti. Questo significa una carenza di informazione e di comunicazione preoccupanti, di cui l’Europa sta già abbondantemente soffrendo. Abbiamo il dovere dunque di rovesciare questa realtà, andando incontro ai nostri territori, diversamente a prevalere sono lo scetticismo e la distanza rispetto alle opportunità concesse dall'Europa».

«A questo - ha concluso Cicu - dobbiamo garantire trasparenza delle procedure e una necessaria attenzione da parte della BEI per le opere infrastrutturali. Va dato maggiore valore ai progetti provenienti da Regioni Periferiche dell’Unione Europea. Non dimentichiamo che queste realtà sono caratterizzate da vincoli geografici enormi, uno su tutti l'insularità, che solo attraverso progetti infrastrutturali ambiziosi potrebbero interpretare le loro potenzialità di sviluppo negli scambi commerciali con i Paesi Terzi».
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