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Cagliari OgginotiziealgheroPoliticaInquinamento › Viaggio nell´ex ghetto dei veleni. Il tempo si è fermato al 2015
Sara Alivesi 7 novembre 2016 video
Viaggio nell´ex ghetto dei veleni
Il tempo si è fermato al 2015
Era gennaio 2015 quando Alghero chiude il campo rom di Fertilia e avvia un ambizioso progetto d'integrazione preso a modello in Italia. Ma dalla Regione non arrivano risposte con Pigliaru e compagni che permettono che il terreno di proprietà Laore rimanga imbottito di policlorobifenili e agenti inquinanti di ogni tipo. Così la vergogna continua: uno sfregio per gli algheresi. Nessun bando ancora pubblicato sulle politiche d'integrazione. Ecco le immagini del campo oggi


ALGHERO - Tornare nell'ex campo rom dell'Arenosu è come fermare il tempo. Pezzi di auto, barche, seggiolini, poltrone, frigoriferi, cucine: un "cimitero" silenzioso di ruggine e rifiuti. Quello che c'era è rimasto. Non ci sono più solo i rumori delle famiglie che lo hanno abitato per trenta anni, vi hanno cresciuto i loro figli, al di fuori di quel mondo che gli passava intorno a pochi metri. Tutti, in quel terreno inquinanto e pericoloso (scientificamente certificato), hanno fermato il tempo: la comunità rom, i cittadini, le amministrazioni comunali e regionali che si sono succedute nei decenni. Fino al 29 gennaio 2015 [GUARDA LE IMMAGINI], una data che si è definita storica per Alghero, e sotto tanti punti di vista lo è stata.

Quel giorno il campo era la palude che diventava dopo una notte di pioggia, ma non sarebbe più stata da quella mattina la "casa" di nessuno. C'erano sentimenti diversi: l'emozione dei più giovani ad iniziare una nuova vita e la paura dei più anziani a lasciare la vecchia. A ognuno di loro sarebbe stato assegnato un alloggio in diverse zone della città, senza ghetti e deportazioni in altri terreni che nel giro di pochi mesi sarebbero diventati come il precedente. Allora non sono mancate le polemiche che oggi riguardano i migranti: i soldi e le case agli altri, e non agli algheresi che ne hanno bisogno, in tanti e sempre di più. Proteste più o meno giustificabili o pretestuose a seconda di chi e come nascono, ancor più se le risorse impiegate sono arrivate da fondi europei destinati a quel progetto. Quindi se non fossero state utilizzate sarebbero tornate indietro come troppe volte in passato e in ogni ambito è accaduto. Senza fare la storia, ne tantomeno provarci.

Perchè quella dell'integrazione non è una partita facile, con i rom in particolare: «hanno sempre rubato»; «mandato i più piccoli a scuola sporchi o peggio ancora a chiedere l'elemosina» le lamentele più sentite. Ma qualcosa sta cambiando e anche se il cambiamento sarà lento ne sarà sempre valsa la pena. Come quando si riconosce una di quelle famiglie portare i bambini in spiaggia perché abitano in una via del quatiere Lido; o quando gli studenti rom più bravi vengono segnalati e premiati da un'associazione [LEGGI]. Un giorno, forse, non ci sarà nemmeno più bisogno di quel riconoscimento che li distingue dagli altri: saranno i più bravi studenti, punto.

Alghero ha firmato una pagina, certamente controversa, difficile e tortuosa, ma necessaria. C'era in ballo la salute di undici famiglie, sessanta persone, di cui oltre la metà bambini e ragazzini. Dietro il muro sociale sfondato, restano però tante incognite. Come proseguirà quello stesso progetto? I finanziamenti per pagare le abitazioni stanno per finire e un nuovo bando non è ancora stato pubblicato dalla Regione Sardegna. Regione, tra le altre cose, proprietaria con Laore del terreno che aveva promesso di bonificare in tempi rapidi. Per "lavare" quella vergogna e ricominciare da zero. Impegni e annunci che hanno riempito conferenze e comunicati stampa, a cui è seguito il nulla. Come se fosse piccolo il problema di una pineta inquinata, a poca distanza dalle abitazioni della borgata di Fertilia, che ha già pagato un prezzo molto alto negli ultimi decenni.

A gennaio, nel primo anniversario dello sgombero [LEGGI], era stato l'assessore Luigi Arru ospite in città a definire Alghero un modello per la Sardegna "studiato" anche in altre realtà italiane [LEGGI], assicurando l'impegno della giunta regionale per la prosecuzione del progetto [LEGGI]. Sempre Arru in quell'occasione aveva annunciato l'inserimento dell'intervento finanziario per la bonifica dell'Arenosu all'interno dell'accordo Stato-Regione, in programma qualche settimana dopo: 1,5 milioni di euro la somma da destinare.

Applausi per lui nella sala gremita de Lo Quarter in una serata dove era presente anche il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato. Fra poco, forse, si potranno sentire le stesse cose nel prossimo "compleanno" previsto a gennaio: altro convegno, altre promesse, altre incompiute. Succede spesso con questo esecutivo regionale targato Pd, molto lontano dal nord ovest di una stessa isola. Un territorio dove gli aerei dovrebbero continuare a volare, le persone sono in crisi molto più complessa di quanto credano, e meritano di curarsi come duecento chilometri più a sud.



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