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Cagliari OgginotiziealgheroOpinioniUrbanisticaUna proposta per uscire dal pantano di Maria Pia
Tonio Mura 18 novembre 2016
L'opinione di Tonio Mura
Una proposta per uscire dal pantano di Maria Pia


Cominciamo con una domanda: costruire alberghi a Maria Pia, magari fronte pineta, può servire a rilanciare l'attività turistica della Riviera del corallo? Personalmente dico di no, e vado a spiegare le mie ragioni. Innanzitutto perchè quella è un'area di grande pregio ambientale, che merita di essere valorizzata con interventi ben più rispettosi della primaria vocazione turistica della nostra cittadina. Anni fa il dipartimento di Architettura propose l'idea di un ampio Parco urbano, che se ben strutturato potrebbe alleggerire il centro storico dalla insistente presenza di ristoranti, alcuni dei quali specializzati solo in fast food, fritti e insalate. Ancora prima si parlò del recupero dei vecchi caseggiati della azienda agricola Maria Pia di Savoia per il realizzo di un centro di svernamento dei cavalli da corsa, con annesso galloppatoio, strutture di equitazione e piste di allenamento. Ritorna spesso l'idea di una cittadella sportiva, con strutture di preparazione all'attività agonistica di primo livello, per professionisti del calcio o di altri sport. Lo stagno del Calich, con un progetto mirato di recupero, si presta benissimo ad attività di canottaggio, birdwatching e trekking.

Il Palazzo dei congressi, cioè la famosa cattedrale nel deserto costata oltre 20 milioni di euro, può diventare un ampio e moderno Museo delle nostre tradizioni marinare, con spazi interni di esposizione e per conferenze, ed esterni per una mostra permanente di arti e mestieri del mare (ho spiegato meglio in un mio precedente intervento). La pineta, oltre agli stabilimenti balneari, può essere gestita in modo decisamente più fantasioso, e me la sento di condividere quanto proposto dal WWF locale. Quindi attrezzare aree picnic a pagamento, evitare il parcheggio selvaggio con la realizzazione di nuove aree sosta custodite, allestire un servizio di guardiania anche notturno per evitare bivaccamenti e party abusivi, con tutto ciò che ne consegue. Si può continuare, ma penso di aver reso l'idea: a Maria Pia l'edilizia dovrebbe essere ridotta al minimo essenziale, recuperando quello che già c’è e senza impattare sull'ambiente. Qualcuno potrebbe dire che i Comuni non hanno più un soldo per avviare opere di questo tipo. Rispondo che l'osservazione è giusta e aggiungo: per nostra fortuna! Qualche altro direbbe che con l'edilizia si muovono più soldi e subito. Non è vero: si accumulano solo debiti, si da respiro a una nuova speculazione e l'ambiente ci perde in modo irrecuperabile.

Nel caso specifico la perdita risulterebbe impagabile, il tessuto urbano verrebbe radicalmente trasformato e c'è il rischio che anche la viabilità subisca pesanti limitazioni, a causa della prevista chiusura della strada che affianca la pineta, con conseguenze pesanti sulla fruibilità di ampi spazi di spiaggia. A ciò si aggiunga che l'edilizia abitativa, di qualsiasi tipo, non è senza costi per il pubblico: esistono fondi specifici per sostenere la costruzione di nuovi alberghi, si dovrà intervenire per realizzare la nuova viabilità principale, crescerà la domanda di servizi pubblici (rifiuti, trasporti, illuminazione pubblica, nuove condotte per la fornitura di acqua, nuove fognature ecc.). Talvolta sono le imprese che si fanno carico di una parte di questi oneri in cambio del pagamento di alcuni tributi, ma il risultato non sempre è soddisfacente. Invece, ed è questo che mi preme sottolineare, si può chiedere alla/alle società che attualmente hanno acquisito i diritti del project financing presentato ai tempi del Sindaco Baldino, se c'è la disponibilità a rimodulare quella proposta nei termini sopra descritti, cioè studiare e realizzare un Parco urbano con servizi (inclusi quelli sportivi) che essi stessi gestiranno per un certo numero di anni (da concordare sulla base dell’investimento).

Per quanto riguarda la realizzazione di nuovi alberghi si potrebbe studiare una nuova localizzazione oppure escluderli del tutto. Non bisogna dimenticare che Alghero avrà una nuova Circonvallazione e che potranno rendersi disponibili aree non penalizzanti rispetto a quelle di Maria Pia. Si tratta di uno scambio a mio parere molto vantaggioso, che può davvero trasformare in positivo la vocazione turistica della nostra città, estendendo gli spazi del benessere rispetto a quelli della semplice accoglienza estiva, che restituisce dignità a quella "terra di nessuno" rappresentata dalla Pineta e dall'area di Maria Pia. Probabilmente si allenta anche l'interesse verso le cause di usucapione, in quanto l'utilizzo dell'area rimane pubblico, quindi non soggetto a forme di rivalutazione economica forzata. Se vogliamo è una maniera per far uscire il tema dal pantano in cui si trova, con gli imprenditori pronti ad azzannare sul collo una amministrazione purtroppo debole e molto incerta su come procedere. L'idea è ancora da sviluppare ma portarla sul tavolo della programmazione anche col conforto dei numeri non sarebbe tempo perso.


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