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Red 1 dicembre 2016
Caritas, in aumento le richieste
10mila poveri a fine 2016
Presentato il “Report su povertà ed esclusione sociale in Sardegna 2016” curato dalla Caritas. La povertà rimane stabile in Sardegna, ma con una tendenza all'aumento per il 2016


CAGLIARI - La povertà rimane stabile in Sardegna, ma con una tendenza all'aumento per il 2016. A fronte di una povertà relativa delle famiglie che si attesta nel 2015 sul 14,9%, rispetto al 15,1% del 2014 per un totale di 107.400 famiglie (dati Istat), la Caritas registra un aumento delle richieste di aiuto o di un sostegno economico. L'anno scorso 7.867 persone si sono rivolte ai 50 centri di ascolto dislocati in 32 comuni sardi, ma nel 2016 si stima che si possa arrivare a 9-10 mila.

I dati sono stati presentati a Cagliari nel report su povertà ed esclusione sociale delle Caritas della Sardegna. Nei centri d'ascolto dell'istituzione ecclesiastica si sono rivolti in massima parte cittadini italiani (70,4%) maschi (le donne sono state 3.918, il 49,8%) di età compresa tra i 45 e i 49 anni, mentre l'età media è di 47,4 anni (i quarantenni coprono un quarto del totale con il 26,1%). Tanti anche i cinquantenni: oltre mille persone. Si tratta di persone fragili che vivono in famiglie con disagio, ma aumenta anche la quota dei single (29,6% rispetto al 28,2% del 2014) e dei separati o divorziati (da 11,8% del 2014 a 12,3% del 2015).

A rivolgersi alla Caritas è soprattutto chi vive con i propri familiari, che ha un'istruzione medio-bassa (il 51,2% ha dichiarato di avere conseguito la licenza media inferiore). La maggior parte dei 7.800 soggetti "ascoltati" si trova in condizione di disoccupazione (63,5%), ma la fatica a far fronte ai bisogni quotidiani si rileva anche laddove esiste un reddito, come nel caso dei pensionati (10,4%) e dei precari (11,5%). I sardi in difficoltà chiedono soprattutto il pagamento delle bollette, la possibilità di avvalersi di un servizio mensa, del vestiario, dei sussidi economici o di consulenza legale. Capita anche sempre più spesso che ci siano richieste per farmaci "a causa dell'eccessivo costi dei medicinali".





«Siamo molto attenti al tema delle povertà, destinando risorse, ma soprattutto badando a ottenere risultati. Usciamo lentamente da una profonda crisi internazionale. Globalizzazione e tecnologia stanno cambiando lo scenario dell'occupazione, facendo perdere posti di lavoro o sostituendo le professioni attuali con altre. In questo cambiamento, che anche la Sardegna si trova ad affrontare, sappiamo di dover intervenire tenendo conto delle povertà presenti e di quelle future». «Per questo - ha proseguito il presidente della Regione - non dimentichiamo i destini individuali, consapevoli che bisogna pensare per esempio a chi è stato sfortunato e non ha più un’età per reinventarsi. Va in questa direzione il Reddito di Inclusione Sociale, fortemente voluto dalla nostra maggioranza» ha commentato il presidente della Regione Francesco Pigliaru.

All’incontro erano presenti monsignor Arrigo Miglio (arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda), monsignor Giovanni Paolo Zedda (vescovo delegato della Ces per il servizio della carità), don Marco Lai (direttore della Caritas di Cagliari e delegato regionale Caritas Sardegna) e Raffaele Callia (direttore della Caritas di Iglesias e responsabile del Servizio Studi e Ricerche della Caritas regionale). Il Report su povertà ed esclusione sociale in Sardegna 2016, elaborato sulla scorta dei rilevamenti sul territorio regionale nel 2015 e nel primo semestre del 2016, forniti dai Centri d’ascolto delle Caritas diocesane della Sardegna, è scaricabile dal sito internet della Caritas Sardegna.
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Una targa in memoria dei cinque appartenenti al Corpo degli Agenti di Custodia, barbaramente trucidati nella notte del 18 novembre 1945, durante una rivolta all’interno della Casa di Reclusione di Alghero nel tentativo di impedire l’evasione di massa dei detenuti


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