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Red 7 dicembre 2016
Ad Oristano, il 14esimo Congresso regionale Fadoi Animo
«Un´assistenza territoriale più adeguata per i pazienti cronici», chiedono i medici internisti riuniti in assemblea ad Oristano


ORISTANO - Si è chiuso il 14esimo Congresso regionale Fadoi Animo. Il meeting annuale, ospitato ad Oristano, nel Centro di Spiritualità Nostra Signora del Rimedio di Donigala Fenughedu e che ha visto riuniti oltre 170 tra medici ed infermieri delle medicine interne dell’Isola, è stata l’occasione per fare il punto sulle cure del paziente cronico in Sardegna e sul ruolo centrale che le Unità di Medicina Interna rivestono all’interno della rete ospedaliera regionale. Gli internisti hanno chiesto un maggior efficientamento del sistema sanitario per gestire al meglio i pazienti complessi. «In Sardegna, le Unità di Medicina Interna si fanno carico del 12percento dei ricoveri complessivi - spiega Franco Bandiera, presidente regionale Fadoi - Si tratta di pazienti con un’età media superiore ai settantacinque anni, con patologie croniche riacutizzate e che assumono mediamente sei farmaci al giorno».

Il quadro delineato dai medici internisti è chiaro: Il sistema sanitario deve dare risposte ad un paziente così particolarmente fragile. Ma da quanto è emerso ad Oristano, la situazione in Sardegna è senz’altro più difficile che in altra zone d’Italia. «Una volta risolto l’episodio acuto in ambito ospedaliero, c’è spesso la necessità di avviare queste persone in un percorso di assistenza territoriale che nell’Isola presenta grandi deficit: i reparti post-acuzie, di lungodegenze, di riabilitazione e le Residenze Sanitarie Assistite sono insufficienti», sostiene il direttore dell’Unità Ospedaliera di Medicina Interna dell’Ospedale Santissima Annunziata di Sassari. «La domanda di assistenza è alta, basti pensare che il 70percento dei ricoverati nelle medicine interne ha esigenza di un’assistenza al di fuori dell’ospedale. Molti di questi pazienti, infatti, hanno problemi cognitivi e con un quadro clinico particolarmente influenzato da condizioni sociali ed economiche e quindi a rischio di non autosufficienza».

Ai medici ha risposto il responsabile degli accreditamenti dell’Assessorato Regionale alla Sanità Marcello Tidore, invitato da Fadoi alla Tavola rotonda sulla riforma della rete ospedaliera. «La Regione sta intervenendo con un programma che ha l’obiettivo di unire gli aspetti della rete ospedaliera a quelli della rete territoriale e del servizio di emergenza urgenza, condizioni necessarie per garantire anche nelle zone rurali il know-how già presente negli ospedali - ha detto Tidore - Uno studio recentissimo dimostra che il nostro sistema produce servizi con complessità bassa. Ciò significa che, ad esempio, le medicine vengono intasate da pazienti che dovrebbero trovare assistenza più appropriata sul territorio». Come fare dunque? La chiave di volta secondo il funzionario della Regione si basa su una più efficiente organizzazione. «Siamo certi che in ambito ospedaliero sia necessaria una figura manageriale in grado di gestire ogni singolo caso e indirizzare i medici nella migliore allocazione del paziente all’interno delle rete ospedaliera regionale. Questo permetterebbe di superare l’attuale sistema, che si basa su conoscenze dirette e personali da parte dei singoli medici», conclude Marcello Tidore. La Fadoi, che in Sardegna raggruppa il maggior numero di iscritti tra i medici internisti ospedalieri, si è resa disponibile ad ulteriori confronti con le istituzioni per trovare insieme le migliori soluzioni.

Nella foto: Franco Bandiera
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