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Red 10 dicembre 2016
Peste suina africana: nuove modifiche al piano di eradicazione
Psa: si lavora sull´iter di regolarizzazione degli allevamenti illegali ed estensione del semibrado


NUORO – È stata pubblicata nei giorni scorsi, sul sito istituzionale della Regione Autonoma della Sardegna, la Determinazione che modifica il Secondo provvedimento attuativo del Programma straordinario di eradicazione della Peste suina africana 2015-2017, che interviene su norme e disposizioni per il controllo della malattia dei suini e lungo la filiera di produzione della carne di maiale. Nello specifico, le modifiche più rilevanti, sul documento a firma del responsabile dell’Unità di Progetto per l’eradicazione della Psa Alessandro De Martini, hanno interessato la zonizzazione e la conseguente estensione degli allevamenti confinati in semibrado, il nuovo iter per la regolarizzazione degli allevamenti illegali (già illustrato con il decreto attuativo del 21 ottobre ed elaborato dall’Assessorato Regionale della Sanità) ed i controlli ufficiali in ristoranti, aziende agrituristiche ed in occasione di sagre.

Esistono due tipologie di allevamento in semibrado: una per le zone Rosse, infette da Psa, e l’altra per le zone Bianche, immuni dal virus. Nel primo caso, la detenzione di suini all’aperto in spazi confinati non deve superare la superficie massima di 10ettari nei territori compresi nelle fasce di rischio 3, 4, e 5. Nelle zone Bianche, invece, le estensioni degli allevamenti non devono superare i 40ettari e riguardano i territori dei Comuni compresi nelle fasce di rischio 1 e 2. La separazione fra gli allevamenti e l’esterno deve essere garantita attraverso recinti (muri a secco in pietra o doppie delimitazioni in rete metallica) o altri manufatti alti almeno 1,5metri. Tali strutture non devono quindi essere accessibili da parte di altri suini presenti al di fuori dell’allevamento o da cinghiali selvatici, possibili vettori del virus della Psa verso i maiali sani custoditi all’interno. Il carico sostenibile consentito è di 15quintali di animali per ettaro.

La fascia di rischio 5, la più pericolosa, riguarda sei Comuni fra Nuorese ed Ogliastra: Arzana, Desulo, Orgosolo, Seui, Talana e Villagrande. Sono invece otto i Comuni ricadenti in fascia 4 e che interessano anche i territori del Goceano e del Monte Lerno: Aritzo, Baunei, Benetutti, Bultei, Bono, Irgoli, Pattada ed Urzulei. Quindici Comuni sono inquadrati nella fascia di rischio 3 ed altri 34 nella 2. La stragrande maggioranza dei territori dell’Isola, con 314 Comuni, è invece classificata in fascia 1, completamente immune dal virus. Chi intende emergere dall’illegalità, dimostrando quindi il cosiddetto ravvedimento operoso, deve recarsi prima negli sportelli informativi dell’Agenzia agricola regionale Laore e quindi presentare la pratica per l’avvio dell’attività di allevamento dei suini negli uffici Suap del proprio Comune di appartenenza. Completato tale passaggio, il servizio veterinario dovrà redigere un verbale per la mancanza di una certificazione che attesti il pregresso sanitario dei maiali allevati illegalmente (dichiarazione di provenienza) e quindi sprovvisti del cosiddetto foglio rosa che deve accompagnare ogni animale che si movimenta. Questa sanzione, ridotta da 10mila a circa 430euro, dovrà essere pagata entro quindici giorni. Sempre in questa prima fase, il servizio veterinario sarà tenuto a stilare un altro verbale sull’allevamento non a norma (in quanto non registrato) e a cui sarà allegato un ulteriore documento con le prescrizioni da rispettare entro i quindici giorni successivi. Se dopo tale scadenza, alla visita del servizio veterinario, l’allevatore risulterà virtuoso nell’aver rispettato le prescrizioni ricevute, quest’ultimo verbale sarà annullato. In caso contrario, se non verrà colta tale opportunità, si arriverà al depopolamento degli animali, poiché non custoditi secondo la normativa igienico sanitaria vigente.

I Servizi veterinari, in eventuale collaborazione con altre autorità a ciò preposte, sottopongono a controllo ufficiale i ristoranti e le aziende agrituristiche, con cadenza almeno annuale, in caso di localizzazione nelle zone Bianche, e almeno semestrale, per quelle situate nelle zone Rosse. Per prevenire il commercio illecito di carni suine e di loro prodotti sono state intensificate, già dagli scorsi mesi, le attività di controllo ufficiale anche sulle altre attività di ristorazione pubblica, mediante interventi preventivi e di costante vigilanza su tutte le sagre paesane e le manifestazioni tradizionali. In vista delle prossime festività o delle tradizionali lavorazioni delle carni suine per la produzione dei salumi, che ancora oggi impegnano tante famiglie sarde, l’UdP invita tutti i cittadini a prestare la massima attenzione nell’acquistare e consumare le carni, che devono provenire da allevamenti sicuri e sottoposti a controllo sanitario. È proprio di una decina di giorni fa la notizia del ritrovamento della Trichinella in nove cinghiali abbattuti in territorio di Orgosolo durante una giornata di caccia. Tale virus è molto pericoloso per la salute dell’uomo arrivando fino a causarne la morte.


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