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Red 19 dicembre 2016
Mos contro Comune per la super-bolletta
Il Mos, Movimento Omosessuale Sardo contro il Comune di Sassari, per una maxi bolletta della Tari, la tassa sui rifiuti, da oltre 12mila euro. Dall´associazione un appello all´amministrazione comunale e raccolta fondi


SASSARI - Il Mos, Movimento Omosessuale Sardo contro il Comune di Sassari, per una maxi bolletta della Tari, la tassa sui rifiuti. «Più di 12mila euro. E' questo il conto presentato dall'amministrazione comunale al Movimento Omosessuale Sardo per la rimodulazione della TARI relativa alla sede dell'associazione. Molto più di una doccia fredda per il MOS che, negli ultimi due anni, ha cercato in ogni modo di trovare un appiglio in un regolamento, quello sull'applicazione della tassa rifiuti, che non fa molte distinzioni tra un'associazione di volontariato ed un centro commerciale» speigano dall'associazione.

«Secondo il regolamento, votato qualche anno fa dal consiglio comunale, solo le strutture che si occupano dei “bisogni primari” della popolazione sono esentate dal pagamento: ovvero chi offre posti letto o pasti caldi alle persone disagiate. Tutti gli altri devono pagare e non in base alla reale produzione di rifiuti, ma della superficie occupata. La sede del MOS, prima condivisa con il circolo Arci Borderline, chiuso ingiustamente dal Tribunale nel 2004, è piuttosto grande e, moltiplicando i metri quadri per la quota dovuta dagli uffici tecnico/commerciali, il conto diventa troppo oneroso: circa 2500 euro all'anno, a fronte dei 500 euro finora pagati. Una cifra spropositata per un'associazione di volontariato totalmente autofinanziata» si legge nella nota a firma del Mos.

Dal MOS, che fra qualche mese festeggerà 25 anni di attività sul territorio, fanno sapere che pagare tutti quei soldi sarà davvero un problema: «Abbiamo resistito ad attacchi omofobici di ogni tipo e rischiare la chiusura per la mondezza è davvero ridicolo» sbotta Barbara Tetti, alla guida dell'associazione dal 2013.Dal MOS un appello all’Amministrazione perchè riconosca all’associazione il suo ruolo sul territorio: «Non abbiamo mai chiesto niente e da 25 anni ci autofinanziamo ora però pretendiamo che il Comune trovi una soluzione ad una ingiusta tassazione». E lanciano la campagna “Il volontariato non è spazzatura” che vuole essere insieme di sensibilizzazione e di raccolta fondi.


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