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Red 2 gennaio 2017
Redditi: figli più poveri dei genitori
Questa l´analisi presentata nel 50esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale italiana, riportata dall´Unione Nazionale Consumatori Sardegna e commentata dal presidente Romano Satolli


CAGLIARI – Secondo numero speciale interamente dedicato al 50esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. «Per la prima volta, i figli saranno più poveri dei genitori», dichiara Romano Satolli, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori-Sardegna, riferendosi alla situazione di molti italiani. Si registra il ko economico dei “millennial”, che hanno un reddito inferiore del 15,1percento rispetto alla media dei cittadini ed una ricchezza familiare che, per i nuclei under 35, è quasi la metà della media (-41,1percento).

Nel confronto con venticinque anni fa, rispetto ai loro coetanei di allora, gli attuali giovani hanno un reddito inferiore del 26,5percento (periodo 1991-2014), mentre per la popolazione complessiva il reddito si è ridotto solo dell'8,3percento e per gli over 65 anni è invece aumentato del 24,3percento. La ricchezza degli attuali millennial è inferiore del 4,3percento rispetto a quella dei loro coetanei del 1991, mentre per gli italiani nell’insieme, il valore attuale è maggiore del 32,3percento rispetto ad allora e per gli anziani è maggiore addirittura dell'84,7percento.Il divario tra i giovani ed il resto degli italiani si è ampliato nel corso del tempo, perché venticinque anni fa i redditi dei giovani erano superiori alla media della popolazione del 5,9percento (mentre oggi sono inferiori del 15,1percento) e la ricchezza era inferiore alla media solo del 18,5percento (mentre oggi lo è del 41,1percento).

I nuovi pensionati sono più anziani rispetto al passato e hanno anche redditi pensionistici mediamente migliori, come effetto di carriere contributive più lunghe e continuative nel tempo, ed occupazioni in settori e con inquadramenti professionali migliori. Tra il 2004 ed il 2013, l'incidenza dei nuovi pensionati di vecchiaia che hanno versato contributi per non più di 35 anni scende dal 54,9percento al 37,5percento, quella di chi ha versato contributi per un periodo compreso tra i 36 ed i 40 anni dal 37,6percento al 33,7percento, mentre per chi ha percorsi contributivi superiori ai 40 anni l'incidenza si quadruplica, passando dal 7,6percento al 28,8percento. In generale, si registra un miglioramento della condizione socio-economica dei pensionati: negli anni 2008-2014, il reddito medio del totale delle pensioni è passato da 14.721 a 17.040euro (+5,3percento).

Per 3,3milioni di famiglie con pensionati, le prestazioni pensionistiche sono l'unico reddito familiare e per 7,8milioni i trasferimenti pensionistici rappresentano oltre il 75percento del reddito familiare disponibile. «Cosi si stimano in 1,7milioni i pensionati che hanno ricevuto un aiuto economico da parenti ed amici. Ma i pensionati non possono essere considerati solo come recettori passivi di risorse e servizi di welfare - afferma in conclusione Satolli - perché sono anche protagonisti di una redistribuzione orizzontale di risorse economiche: sono 4,1milioni quelli che hanno prestato ad altri un aiuto economico».
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