La norma censurata prima dal Cdm e ora bocciata anche dalla Corte Costituzionale, riguarda la copertura del disavanzo tecnico di -31,5 milioni di euro prevista nella legge di Bilancio della Regione
CAGLIARI - La Finanziaria 2016 della Regione Sardegna bocciata dalla Corte Costituzionale. La Consulta era chiamata a decidere sul ricorso del Governo riguardante un solo articolo della legge 6 di stabilità, la Consulta ha infatti dichiarato l'illegittimità di tutto il provvedimento legislativo varato lo scorso anno, estendendo così la censura dal solo articolo 3, "in considerazione dell'inscindibile connessione esistente tra la norma impugnata e la struttura dei bilanci annuale e pluriennale".
La norma censurata prima dal Cdm e ora bocciata anche dalla Corte Costituzionale, riguarda la copertura del disavanzo tecnico di -31,5 milioni di euro prevista nella legge di Bilancio della Regione sulla base dell'introduzione del bilancio armonizzato. Secondo i giudici costituzionali, l'utilizzo del disavanzo tecnico «costituisce una tassativa eccezione alla regola del pareggio di bilancio ed, in quanto tale, risulta di strettissima interpretazione ed applicazione». La Corte ritiene che è «uno sbilanciamento così grave da legittimare la chiusura in passivo del primo bilancio di previsione successivo al riaccertamento straordinario è quasi sempre eziologicamente collegato all'incapacità mostrata in passato dall'ente territoriale nella riscossione delle proprie entrate».
La censura della Corte Costituzionale sulla Finanziaria 2016 non annulla l'intero provvedimento, come ha spiegato anche l'assessore della Programmazione Raffaele Paci, ma riguarda le parti di tutta la legge nella quale «si applica al bilancio 2016 l'istituto del disavanzo tecnico». I giudici precisano che tutte le somme "eccedenti per euro 31.553.438,75 rispetto alle risorse effettivamente disponibili" vengono fatte salve. Nel frattempo, però, è già scontro sull'esercizio provvisorio di questi primi mesi del 2017. Forza Italia ha chiesto in Aula le dimissioni di Paci e minaccia di non partecipare al voto se non ci saranno chiarimenti sulle censure della Consulta in merito alla Finanziaria 2016. I toni in Consiglio non si abbassano nonostante la replica dell'assessore, nonchè vicepresidente della Giunta.
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