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Red 14 febbraio 2017
Sant´Archelao: coesione sociale per rilanciare Oristano
C’è un filo comune che unisce le esperienze dei sindaci che negli ultimi trent´anni hanno governato la città: la continuità amministrativa


ORISTANO - C’è un filo comune che unisce le esperienze dei sindaci che negli ultimi trent'anni hanno governato la città: la continuità amministrativa. Ne è convinto il primo cittadino in carica Guido Tendas, che ieri (lunedì) li ha riuniti per una tavola rotonda con l’arcivescovo Ignazio Sanna, moderata dal docente di filosofia Stefano Pinna, in occasione della Festa del Santo Patrono di Oristano, Sant'Archelao. L’obiettivo era una riflessione sullo stato di salute e sul futuro della città, attraverso un confronto tra i sindaci che hanno avuto l’onore e l’onere di guidarla dal Palazzo civico. In un luogo simbolo della città, tra religione e potere politico, la Sala degli Evangelisti, a Palazzo degli Scolopi, Sandro Ladu, Giorgio Gaviano, Franco Mura, Pietro Arca, Piero Ortu ed Antonio Barberio hanno dato la loro testimonianza, soffermandosi su pregi e difetti della città.

Ma prima di tutto la riflessione dell’arcivescovo arborense Ignazio Sanna, che ha immaginato una visita di Sant'Archelao nella città di cui è protettore ed ironicamente ne ha immaginato la reazione nel scoprirne i mali: «Troverebbe una città che meriterebbe maggior cura, maggior pulizia e maggior sicurezza e si sorprenderebbe scoprendo che non gli sono state intitolate piazze e vie e che la comunità non lo festeggia». La lunga carrellata dei sindaci ha offerto spunti di riflessione sulla storia degli ultimi trent'anni di vita cittadina. Così, se Sandro Ladu (sindaco Dc nei primi Anni Ottanta) ha evidenziato come in questi decenni la popolazione di Oristano sia cresciuta solamente di mille residenti e proposto per il futuro un impegno per l’utilizzo di fonti energetiche, valorizzazione degli edifici scolastici, storici e istituzionali, ma anche difesa dell’università, del Centro marino internazionale, del porto e dell’aeroporto, Giorgio Gaviano (due volte sindaco democristiano a metà degli Anni Ottanta) ha richiamato lo spirito di collaborazione che nel 1985 animò la città in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II: «Di quello spirito oggi se ne sono perse le tracce».

Franco Mura (primo sindaco di sinistra della città alla fine degli Anni Ottanta) ha sottolineato l’importanza e la delicatezza del ruolo dell’amministratore locale, che più di tutti deve saper badare al bene dei cittadini riuscendo anche ad opporsi al controllo dei partiti. «I cittadini si coinvolgono con le idee e i progetti, ma mi sembra che questo non avvenga nemmeno oggi che si approssimano le elezioni comunali», ha detto Pietro Arca (ultimo sindaco democristiano e ultimo prima della stagione dell’elezione diretta dei primi cittadini). Per Arca, il coinvolgimento della città deve passare dalla valorizzazione dei suoi tratti identitari: dal Santo Patrono alla Sartiglia, dal Rimedio a Santa Croce. Per Piero Ortu (sindaco centrista tra il 1998 ed il 2001), Oristano gode di un buon livello culturale, ma anche di una forte capacità critica che determina la nascita di comitati del no che ne bloccano lo sviluppo. Antonio Barberio (il sindaco che fino ad oggi ha amministrato più a lungo la città) ha riportato l’attenzione sull’importanza della ricorrenza e sulla scarsa attenzione che la città riserva a Sant'Archelao: «Ma oggi è un giorno dove si può fare qualche riflessione su una città che vive di contraddizioni. Riusciamo a eccellere in alcuni settori, come la raccolta differenziata, ma perdiamo spazi per la cultura e il tempo libero. Cultura e aggregazione vanno curate e incoraggiate».

Infine Tendas, il cui mandato si avvicina a conclusione, ha ripreso le parole dell’arcivescovo Sanna: «Se Sant'Archelao visitasse la città vedrebbe quello che ha detto il Vescovo, ma vedrebbe anche una città solidale che su alcune iniziative concrete sa dare il meglio di sé. È successo con il progetto del dormitorio che oggi offre un sicuro rifugio a tante persone in difficoltà. Questo è un simbolo di impegno civile e di capacità di collaborare per il bene comune». Tendas ha difeso l’importanza della continuità amministrativa, della capacità di chi amministra di capire il valore del lavoro svolto da chi lo ha preceduto: «E questa è una cosa fondamentale da far capire ai giovani». La sintesi del dibattito al moderatore Stefano Pinna rispondendo all’arcivescovo Sanna: «Credo che se dovesse scrivere a Sant'Archelao, potrebbe tranquillizzarlo: dagli interventi dei sindaci emerge che questa è una città aperta e con una prospettiva».

Nella foto: un momento dell'incontro
9:05
Reduce dalla candidatura con Fratelli d´Italia alla presidenza della Regione persa contro la rappresentante del Campo Largo Alessandra Todde, ha firmato il documento presentato ieri in Comune.


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