Skin ADV
Cagliari Oggi
Notizie    Video   
NOTIZIE
Cagliari Oggi su YouTube Cagliari Oggi su Facebook Cagliari Oggi su Twitter
Cagliari OgginotiziecagliariAmbienteLavoro › Eurallumina: intervengono gli ambientalisti
Red 15 febbraio 2017
Eurallumina: intervengono gli ambientalisti
Le associazioni ambientaliste Wwf, Italia nostra e Lipu della Sardegna sono intervenute in merito al progetto di costruzione di una nuova centrale a carbone per far ripartire l’impianto di Portovesme


PORTOVESME - «Per quanto tempo ancora dovremo sentire di buoni propositi e impegni per il contenimento dei cambiamenti climatici nei consessi internazionali (Cop21 di Parigi del 2015 e Cop22 di Marrakech del 2016) nei quali la Sardegna ha svolto un ruolo significativo, ma che troppo spesso sono smentiti alla prova dei fatti nei contesti regionali?». Inizia con questa domanda il documento delle associazioni ambientaliste Wwf, Italia nostra e Lipu della Sardegna in merito al progetto di costruzione di una nuova centrale a carbone per far ripartire l’impianto Eurallumina di Portovesme.

«Purtroppo, la realizzazione di nuovi impianti termoelettrici a carbone fanno presumere un sensibile incremento delle emissioni di Co2 anziché una riduzione - continuano Carmelo Spada, Graziano Bullegas e Francesco Guillot rispettivamente per Wwf, Italia Nostra e Lipu - D’altronde è assurdo che in Sardegna si voglia produrre ulteriormente energia, e peggio ancora, da fonte inquinante e climalterante, perché i dati della produzione e dei consumi di energia elettrica nell'Isola pongono un fabbisogno di 8.870gwh e una produzione di 11.619gwh, con un’eccedenza di 2.749gwh pari ad un surplus del 31percento». Peraltro la scelta di utilizzare il carbone come combustibile non è legata neppure alla possibilità di reperire in loco tale risorsa per le caratteristiche chimiche ed i costi di estrazione connessi al carbone sulcitano.

Essa è dettata esclusivamente dal basso costo del carbone ed è in totale contraddizione con i contenuti della “Road Map 2050”, per quanto attiene la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni di Co2. Altro dato non condivisibile e non sostenibile è rappresentato dal fatto che per la realizzazione della centrale alimentata a carbone di 285mwh verranno utilizzati anche soldi pubblici che contribuiranno ad immettere nell’atmosfera non solo emissioni climalteranti di Co2 e altre sostanze inquinanti prodotte dalla combustione del carbone (so2, arsenico, cadmio e mercurio) e polveri sottili in atmosfera che potrebbero avere ripercussioni e costi sulla salute pubblica e sulla qualità ambientale. Le associazioni Wwf, Italia nostra e Lipu della Sardegna rimarcano che un’ulteriore centrale è completamente avulsa ed estranea agli obbiettivi posti dal Piano Energetico Ambientale della Regione Sardegna, pertanto si rende necessario un serio Studio di incidenza che analizzi gli effetti che l'ampliamento della discarica dei fanghi rossi ed i nuovi e vecchi impianti a carbone potrebbero causare sui Siti di interesse comunitario, ovvero le aree di pregio e valenza ambientale di importanza europea, del sud ovest della Sardegna e dell'arcipelago del Sulcis.

Le tre associazioni, nel condividere il parere negativo del Ministero dei Beni culturali a difesa di valori paesaggistici e ambientali, ritengono non sostenibile la realizzazione di un’ulteriore centrale a carbone per riattivare la produzione dell’Eurallumina ritenendo, invece, che lo sviluppo sostenibile della Sardegna debba passare attraverso le bonifiche ambientali delle aree del Sulcis-Iglesiente-Guspinese individuate dal D.M. n.468/2001 quali Sito di interesse nazionale. Esse sono considerate aree contaminate, molto estese e classificate fra le più pericolose e per questo necessitano di interventi di bonifica ambientale del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari. In tal senso molto rimane da fare. A cominciare dalla bonifica delle varie decine di ettari del bacino dei fanghi rossi di Portovesme che invece si vorrebbe ampliare. E per il quale è in corso un processo per disastro ambientale in cui il Wwf si è costituto parte civile. «Tale processo di bonifiche ambientali delle matrici contaminate deve rappresentare il punto qualificante di un vero e reale sviluppo sostenibile della Sardegna, attività che darebbe lavoro, dignità e restituire qualità della vita», hanno concluso Spada, Bullegas e Guillot.


Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2024 Mediatica SRL - Alghero (SS)