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Cagliari OgginotiziealgheroOpinioniSicurezzaProtezione civile vuol dire sicurezza a 360gradi
Manuel Carta 18 marzo 2017
L'opinione di Manuel Carta
Protezione civile vuol dire sicurezza a 360gradi


La Protezione civile oggigiorno è un campo molto importante e discusso nelle realtà comunali, provinciali, regionali e nazionali. Le varie calamità naturali o artificiali che stiamo vivendo, ci insegnano quanto sia importante il settore della prevenzione e della monitorizzazione della popolazione. Ma la Protezione civile non è solo questo, anzi, la Protezione civile (lo dice la parola stessa) serve a proteggere la popolazione non solo dagli eventi calamitosi, ma anche da tutto ciò che è un pericolo per quella determinata comunità, anche in termini sociali. Oggi uno dei principali problemi nel panorama europeo e mondiale, ma soprattutto il meno trattato dalla Protezione civile, è il terrorismo.

La formula più utilizzata è quella di non parlarne, in modo da far sembrare il problema quasi inesistente nel nostro Paese. È proprio in questi casi che si viene attaccati, quando la soglia d'attenzione è sotto il livello di guardia. La popolazione sa come deve comportarsi in caso di attacco Nbcr (Nucleare batteriologico chimico radiogeno)? La popolazione sa cosa deve fare in caso di guerriglia urbana? O un semplice attentato in una palazzina, un edificio, una scuola? Perché basta prendere una bomba, portarla a scuola e farla esplodere, oppure prendere un kalashnikov, entrare in un ospedale e sterminare quanti più persone possibile, che la tragedia viene compiuta senza problemi e chi ci piange siamo sempre noi cittadini. Perché anche questo è un grosso pericolo, cioè che il nostro Stato, porto ed aeroporto dell'Isis per l'Europa, può subire in qualsiasi momento, un attacco in qualsiasi zona dello “stivale”.

Forse fino ad oggi le cellule sono rimaste dormienti, perché usavano appunto il nostro Paese come “base strategica”, dove arrivare, equipaggiarsi, e partire per qualche Stato dell'Unione europea per commettere stragi o chissà che. Non serve che ci siano delle forze di polizia pronte per una Sar (Situazione ad alto rischio), ma serve che anche la popolazione sappia cosa deve fare “in caso di...”. Abbiamo bisogno di sapere, soprattutto oggi, era della formazione e informazione, della tecnologia e della comunicazione. Basta poco, anche una frazione di secondo, per schiacciare il tasto “invio” e far sì che tutto il mondo sappia qualcosa. Ecco, utilizziamolo a nostro vantaggio.

* presidente Esculapiani e coordinatore Protezione civile Pozzomaggiore


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