P.S.
13 aprile 2017
E' bloom, reflui ininterrotti nel Calich
Passano i mesi, gli anni, e lo scandalo continua. E´ dal 2009 che dal depuratore di San Marco ad Alghero non vengono riutilizzati i reflui in uscita (circa 20mila mc. al giorno) nonostante l´investimento fosse vincolato proprio al riutilizzo. Invece, vengono riversati tutti nel Calich senza nemmeno una valutazione d´impatto ambientale
ALGHERO - Otto anni. 2920 giorni (e qualcosa di più, considerato che l'impianto di San Marco ha acceso i motori nel febbraio 2009). Alla soglia di una nuova estate, quello in atto ad Alghero altro non è che un vero e proprio scandalo. Stiamo parlando di una delle opere pubbliche più costose che la città abbia mai realizzato: l'impianto di depurazione di San Marco. Anche la più chiacchierata, perchè realizzata a decine di chilometri dalla città, con evidenti criticità (già sulla carta) e perchè all'epoca esisteva un impianto (quello del Mariotti) che, se opportunamente ammodernato (con un investimento decisamente inferiore rispetto a quanto speso per San Marco), già possedeva tutti i requisiti di legge per depurare oltre i 100mila abitanti eq.
Ogni giorno dall'impianto circa 18-20mila metri cubi di reflui vengono riversati direttamente nel Calich, via Rio Filibertu, e da li in mare. Con problemi sempre maggiori: ecosistema lagunare impazzito, proliferazione algale abnorme e colorazione giallastra del mare lungo la fascia costiera più prossima a Fertilia. Circa 7,5milioni di metri cubi all'anno, tutti riversati nel Calich attraverso quello che sarebbe dovuto essere uno scarico di emergenza, senza nemmeno una valutazione d'impatto ambientale.
E' quello che succede ad Alghero dal 2009 ad oggi. Non in una zona lagunare qualunque, ma in quella che i trattati comunitari indicano quale sito d'interesse e zona sensibile. E il danno continua, incessante, col fragile ecosistema del Calich, ormai sballato dalle poderose immissioni di reflui, ininterrotti, nonostante l'investimento fosse vincolato proprio al riutilizzo dei reflui. Tutto alla luce del sole, senza uno studio preventivo d'impatto ambientale (peraltro obbligatorio). In questi giorni si assiste ad una nuova, poderosa, proliferazione algale, particolarmente concentrata in prossimità dello sbocco a mare e in coincidenza del cosiddetto "Canale Urune". Segue l'allarme del mese scorso, quando Parco di Porto Conte, Arpas ed enti interessati hanno certificato che si tratta della "normalità".
Ma c'è di più. Oggi, paradossalmente, da depuratore di San Marco si scarica senza nemmeno la preventiva autorizzazione rilasciata dall'ente competente (la Provincia di Sassari). Dopo un lungo tira e molla con l'ente gestore (Abbanoa), conclusosi davanti al Tar con la sospensione dell'iniziale diniego, la Provincia non rinnova l'autorizzazione ormai scaduta. La causa sarebbe molto semplice: non regolarità degli scarichi. Il tutto, mentre il Consorzio di Bonifica chiede all'Assessorato regionale di dirimere la controversa situazione del riutilizzo, l'Arpas non riesce a campionare con regolarità per dare il via libera delle analisi e il Comune di Alghero che in più occasioni chiede a Cagliari nuovo scarichi.
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