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Red 24 giugno 2017
Emigrazione: studenti Tortolì a confronto
Un lavoro di ricerca ha impegnato gli studenti delle Superiori, mettendo in luce storie sorprendenti come l’esilio dei rivoluzionari sardi in seguito ai moti antifeudali e le numerose analogie con gli odierni flussi migratori


TORTOLI' – Si è concluso nei giorni scorsi il progetto “Disterrados de eris e de oe”, un percorso di studio che ha coinvolto gli studenti dell’Istituto superiore Ianas di Tortolì alla riscoperta dell’emigrazione sarda, a partire da Giovanni Maria Angioy come figura emblematica “de su disterru”, l’esilio, per comprendere le analogie con chi oggi scappa dai paesi in guerra. L’iniziativa, realizzata grazie al contributo Ras per le attività legate a “Sa Die de sa Sardigna”, ha riguardato le classi quarta A dell’Istituto Agrario e le quarte A e B Ipsia, guidate da un team di esperti affiancati dalle docenti Emanuela Valurta e Laura Piazza. Tra i professionisti coinvolti, l'antropologo ed operatore linguistico Ivan Marongiu (che ha illustrato i nuclei fondamentali della storia sarda in età moderna e contemporanea) e l’archivista Stefano Alberto Tedde (che ha portato gli studenti alla ricerca delle fonti con carteggi come le cronache giornalistiche dei quotidiani locali, tra Ottocento e Novecento, che pubblicarono veri e propri reportage sui migranti sardi).

Con i ragazzi di Nautico e Meccanico sono state poi analizzate le caratteristiche legate ai viaggi, leitmotiv della storia di ogni migrazione: piroscafi, navi da trasporto, porti e traversate illustrate nelle fonti bibliografiche e giornalistiche. Viaggi non sempre lineari e facili, dove la paura e la morte rappresentavano costanti quotidiane. Le lezioni si sono svolte in lingua sarda con grande apprezzamento degli studenti. Ultima tappa del percorso didattico è stato un viaggio alla scoperta di Bono, la città natale di Angioy, dove gli studenti dello Ianas hanno incontrato i ragazzi del Liceo Scientifico Spano di Sassari, visitando i luoghi legati all’infanzia dell’Alternos. Nel capoluogo del Goceano, guida d’eccezione è stato il docente Michele Pinna, direttore scientifico dell’Istituto Camillo Bellieni e responsabile del progetto “In sos logos de Angioy”, che ha guidato i partecipanti verso la casa natale di Angioy, la chiesa dove fu battezzato, le vie dedicate ai suoi sodali ed i luoghi dove gli abitanti difesero il borgo dagli assalti dei soldati vice-regi inviati da Cagliari per distruggerlo.

I ragazzi hanno cantato canzoni simbolo dell’emigrazione sarda, come “Adios Nùgoro Amada” scritta a fine Ottocento dal canonico Solinas, accompagnati dal musicista bonese Valentino Giuliano Mocci di Bono che ha tenuto un concerto di musiche tradizionali e del suo repertorio personale. Dal lavoro di ricerca è nata una brochure dove sono contenuti i vari step del progetto e le storie di emigrazione raccolte. Tutte le attività sono state documentate con immagini e interviste dalle quali è stato realizzato un video reportage a cura del giornalista Salvatore Taras, dal quale sarà prodotto un dvd.
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