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Red 3 luglio 2017
Cala il sipario su Cortoindanza
Si è conclusa sabato la decima edizione della manifestazione curata da Tersicorea con la direzione artistica di Simonetta Pusceddu. Nove le compagnie finaliste molto apprezzate dalla commissione artistica. Il riconoscimento alla migliore scrittura corografica è stato assegnato pari merito alle due opere francesi “Deux rien” di Clément Belhache e Caroline Maydat e “Boucle” di Xuan Le


CAGLIARI - Si è chiusa sabato mattina, al parco di Villa Satta (Ied Cagliari) la maratona di cinque giornate della decima edizione di Cortoindanza, il premio alla scrittura coreografica in forma breve organizzato da Tersicorea e diretto da Simonetta Pusceddu, con la proclamazione dei riconoscimenti ai migliori progetti. L'overture è stata affidata alla creazione “La ballata di Filomena” di Lucrezia Maimone (Piccolo Auditorium, Cagliari), premio alla scrittura Cortoindanza 2013, con la drammaturgia di Anthony Mathieu, produzione compagnia Zerogrammi (Torino) e Tersicorea (Cagliari). Selezionata tra le tantissime opere individuate nelle diverse annualità del Cortoindanza, come la più meritevole dal punto di vista del criterio della multidisciplinarietà e dello sviluppo della drammaturgia originale in forma breve, la scrittura di Maimone racconta di Filomena, l'Ulisse delle sue avventure, unica eroina consapevole del suo destino. Una lotta che porta avanti con forza instancabile per ritrovare la libertà perduta. Danza e teatro incalzano per dar vita a questa ballata dedicata a tutti coloro a cui costa respirare. Le giornate di mercoledì e giovedì erano riservate esclusivamente alla commissione artistica per la valutazione delle opere.

Cortoindanza ha visto anche quest'anno, per il suo decimo compleanno, una serie di opere in embrione di giovani talenti provenienti da diverse parti d'Europa. Venerdì sera, si sono esibite al T.off le nove compagnie finaliste che si sono distinte per l'alto livello degli artisti e per una spiccata sensibilità e maturità artistica, selezionate tra un centinaio di proposte. Tutti primi autori e con una formazione importante nelle scuole più prestigiose di danza come quella di Sharon Fridman o Maguy Marin. Le loro creazioni sono state molto apprezzate dagli undici esperti della giuria, composta da coreografi e danzatori delle compagnie tra le più importanti in Italia ed in Francia, e da professionisti del teatro circense, della musica, della comunicazione e dei linguaggi artistici contemporanei, il cui obiettivo principale è quello di premiare l'originalità delle proposte culturali che esprimano una forte testimonianza dell'arte contemporanea nel mondo e sostenere tutti i progetti selezionati con l'assegnazione di quattro incentivi, distribuiti fra tutti: riconoscimenti, menzioni speciali, residenze artistiche e circuitazione delle opere.

Il riconoscimento alla migliore scrittura coreografica è stato assegnato pari merito a Clément Belhache e Caroline Maydat con il progetto “Deux rien” (C.ia Comme Si Company/Lile/Francia), e Xuan Le con il progetto “Boucle” (C.ia Xuan Le Company/Parigi/Francia). I primi, formazione con Marc Proulx e Christian Jéhanin, senza parole, uniscono al linguaggio del corpo la sensibilità dei film muti. Società, vite occupate, folle che passano, lasciano questi due personaggi sulla panchina. Homeless invisibili che ci mettono a disagio, muovendosi sulla spietatezza del mondo con il quale loro si confrontano. Un'attesa senza fine, un racconto commovente, fra il comico ed il tragico, illuminato da giochi e danze. Boucle di Xuan Le, campione francese di Slalom freestyle sui pattini e sesto ai Mondiali, danza a Kafig Company, Bissextile, Cirque Eloize, esplora la relazione che sviluppiamo attraverso il movimento delle vite ed i diversi stati come lasciare, andare, controllare, stabilità, proiezione, ispirazione. I movimenti sono un mezzo per permetterci di proiettarci nel nostro percorso di vita. Un continuo girare intorno, finire in nessun luogo, tornare indietro.

Nella foto (di Federica Zedda): Xuan Le
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