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Red 15 luglio 2017
Enac antistorica: carnaio dal '75
Il coordinatore regionale Lipu Sardegna Francesco Guillot, il responsabile regionale Wwf Carmelo Spada e la presidente Earth Gardeners Anna Lacci hanno inviato alcune osservazioni alla risposta Enac circa il parere negativo alla realizzazione del carnaio di Porto Conte Marina di Lioneddu


ALGHERO - «Siamo pienamente consci di quanto stabilito dall’art.707 del Codice di navigazione e che di conseguenza il carnaio in oggetto si viene a trovare entro il buffer dell’aeroporto di Alghero». Inizia così la lettera in otto punti inviata ad Enac, Life Under Griffon Wings, Sogeaal, Forestas e Parco di Porto Conte dal coordinatore regionale Lipu Sardegna Francesco Guillot, dal responsabile regionale Wwf Carmelo Spada e dalla presidente Earth Gardeners Anna Lacci per rendere note alcune osservazioni alla risposta Enac circa il parere negativo alla realizzazione del carnaio di Porto Conte Marina di Lioneddu [LEGGI]. Le associazioni scriventi esprimono alcune considerazioni sulla base della loro specifica esperienza, maturata in decenni di monitoraggio della colonia di grifoni di Punta Cristallo.

I rappresentanti delle associazioni ricordano come il Carnaio di Porto Conte Marina di Lioneddu si stato realizzato dal vecchio Ispettorato forestale di Sassari nell’area di rimboschimento di Prigionette nel 1974, e che per 43 anni abbia sempre funzionato con periodi di maggiore o minore afflusso di carogne distribuite nel tempo in modo tale da offrire ai Grifoni un minimo di sostentamento senza sovraccaricarlo, anche quando il numero di grifoni era nettamente superiore agli attuali sette esemplari (si parla di una media di 20-30 individui che si nutrivano regolarmente al carnaio). Anche il traffico aereo era maggiore all'attuale ed erano presenti anche gli aerei della Scuola di volo dell’Alitalia che, con base nell’aeroporto di Alghero, sorvolavano frequentemente la zona del carnaio. A detta degli istruttori, specificatamente interrogati, non si è mai avuto alcun problema, ne alcuna interferenza tra velivoli e grifoni. «Le linee di take off e di landing degli aeromobili sono in direzione nord-sud; quindi non interessano direttamente il sito coloniale ed il carnaio posti a est. Inoltre, la conformazione geografica della zona crea una situazione di isolamento dell’area coloniale rispetto al sito aeroportuale: i rilievi di Monte Timidone (361metri) e Punta Casteddu formano, di fatto, una barriera naturale che divide l’area di attività dei Grifoni da quella aeroportuale».

Le tre associazioni ricordano che il compito di un carnaio non è quello di alimentare completamente gli avvoltoi, «ma di creare un sostentamento nel caso non fossero disponibili carogne ed impedire che questi animali si disperdano nel territorio della Sardegna, coprendo lunghe distanze alla ricerca di cibo, con il rischio di incappare in carogne avvelenate, in tal modo si ottiene anche di stabilizzare la colonia fissandola nei siti di nidificazione, in questo caso Punta Cristallo. E’ importante sapere che i grifoni arrivano al sito di alimentazione alla spicciolata non formando voli come animali gregari, si posano su rocce prossime al carnaio e successivamente scendono ad alimentarsi, dopo di che, appesantiti dal cibo, fanno piccoli voli per raggiungere rocce più elevate dove si posano stazionando a lungo. La mancanza di tale sito di alimentazione costringerebbe i grifoni ad alzarsi in volo da Punta Cristallo e, dovendo raggiungere luoghi distanti, li costringerebbe ad elevarsi, seguendo le termiche sino ad altezze rilevanti». Sarebbe prevedibile come, la dismissione del carnaio porterebbe nocumento allo sviluppo dei giovani attualmente al nido o in fase di involo. Tale fatto, «che risulterà dal monitoraggio che le nostre associazioni continuano ad operare, sarà ovviamente oggetto di nota per il Ministero dell’Ambiente».

Stando alle attività di monitoraggio, inoltre, il potere attrazione del carnaio per altre specie di uccelli appare del tutto episodica. In più, dato che in tutti questi anni la presenza dei grifoni, seppure fluttuante, è stata costante, Guillot, Spada e Lacci chiedono a Sogeaal che esplicitasse la reale incidenza di avvistamento di grifoni nell’area aeroportuale, «facilmente evincibile dai rapporti di avvistamento di volatili da parte della sicurezza». Siamo convinti che un contatto diretto con l’Enac potrebbe chi«arire e, verosimilmente, trovare l’accordo auspicato nella lettera che il Ministero dell’Ambiente ha inviato il 15 marzo 2017 a tutti gli Enti coinvolti, eventualmente riducendo il numero di avvoltoi da liberare nell’area in oggetto e mantenendo il rifornimento del carnaio dilazionato nel tempo», concludono Guillot, Spada e Lacci.
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