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Red 22 luglio 2017
Smac, in un mese 132 accessi
Il servizio, avviato il 5 giugno, ha preso in carico 112 donne. Attivato il numero verde 800/559988, che consente un immediato contatto con la struttura che ha sede al piano terra del Palazzo Clemente. Importante il ruolo delle infermiere case manager


SASSARI - Rappresenta il punto di partenza attraverso il quale, dopo l'approvazione dell'atto aziendale, arrivare all'istituzione della Breast unit. È il percorso terapeutico-diagnostico assistenziale di senologia aziendale che, istituito dall'Azienda ospedaliero universitaria a febbraio, il 5 giugno è entrato in funzione. Il servizio trova origine in un percorso di presa in carico delle donne colpite da tumore al seno avviato a Sassari da anni. È stato realizzato, così, per garantire un’assistenza multidisciplinare adeguata alle donne affette da patologia mammaria, dalla diagnosi alle terapie mediche e chirurgiche, la riabilitazione, fino al supporto psicologico. Il percorso ha preso il nome di Smac, senologia multidisciplinare aziendale coordinata, e vede quali responsabili del percorso il direttore dell'unità operativa complessa di Chirurgia generale Alberto Porcu ed il direttore dell'unità operativa complessa di Oncologia medica Antonio Pazzola. LaSmac ha trovato subito sede al piano terra del Palazzo Clemente, nei locali della Senologia radiologica. Di recente, è stata aggiudicata la gara che consentirà la fornitura degli arredi per l'ambulatorio. Con una spesa di poco superiore ai 16mila euro, saranno acquistati armadi, mobili, sedie, poltrone e divanetti per l'attesa, scrivanie ed ancora un lettino da visita, carrelli per le medicazioni e lampade da visita.

Il percorso ed il mese di attività è stato presentato ieri mattina (venerdì) nella sala riunioni della Direzione strategica dell'Aou di Sassari, alla presenza dell'assessore regionale della Sanità Luigi Arru. Ad illustrare il nuovo servizio, sono stati il direttore generale dell'Aou Sassari Antonio D'Urso, i responsabili del percorso diagnostico terapeutico assistentenziale Porcu e Pazzola, quindi la coordinatrice infermieristica Maria Corongiu. «Si tratta di un argomento molto sentito dalle donne a Sassari – ha sottolineato il direttore generale – che ha visto molte associazioni e gruppi di donne chiedere l'attivazione della Breast unit. È nostra intenzione inserire la struttura nell'atto aziendale, questo perché Sassari ha iniziato da anni un percorso di presa in carico delle donne colpite da tumore al seno. La Breast unit, allora, diventa il luogo fisico in cui si danno risposte alle pazienti». Il direttore ha voluto ringraziare da una parte i professionisti che da subito si sono messi a disposizione per il funzionamento del percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale e, dall'altra, le associazioni delle donne. «La Smac – ha chiuso D'Urso – è nata anche dal confronto con le associazioni che ci hanno aiutato e condiviso il percorso e il metodo».

Un percorso che nei primi mesi del 2017, dal momento della sua istituzione, ha fatto registrare, è stato detto da Alberto Porcu, un aumento dell'attività del 20percento rispetto allo stesso periodo del 2016, con un incremento anche del numero delle donne che si sono rivolte al servizio. Un servizio che, ha messo in evidenza Antonio Pazzola, si basa sulla stretta collaborazione tra i professionisti, che si muovono come una squadra multidisciplinare, in un lavoro collegiale. Un sistema che vede le infermiere case manager svolgere un ruolo di notevole importanza, ha spiegato Corongiu, ed accompagnare le donne dall'inizio Fino alla conclusione del percorso. Un servizio che è stato fatto testare dallo stesso Assessorato, in maniera anonima, ottenendo una valutazione positiva, in modo particolare per l'accoglienza da parte delle infermiere. «Si tratta di un impegno che avevamo preso con le donne di Sassari e con i cittadini della Sardegna in generale – ha detto l'assessore – E allora, riuscire a cambiare l'atteggiamento degli operatori verso i cittadini è un momento straordinario, è un momento di riforma. E la Smac è il primo esempio di riforma e rappresenta un modello che mette al centro la donna, seguita da una equipe multidisciplinare che prende in carico i bisogni del cittadino e lo accompagna lungo il percorso. Un modello di lavoro, di gestione delle risorse e della formazione che vorremmo estendere anche ad altre realtà», ha chiuso Arru.
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