Domani sera, l´artista sarà ad Alghero per presentare il suo nuovo libro “La musica siamo noi”. Appuntamento nello spazio all’aperto della Libreria Cyrano. Interverranno con l’autore, Elias Vacca ed Eraldo Paulesu
ALGHERO - Salire su un palco, ascoltare per un istante il suono del silenzio, sintonizzarsi sulle vibrazioni del pubblico in attesa. Iniziare a suonare, perdersi. Ed allo stesso modo, con la stessa intensità, viaggiare, conoscere, scoprire, incontrare: ritrovare, negli altri, la stessa passione, la stessa ostinazione, e (come un pirata gentiluomo) riportare quel tesoro a casa, in Italia, sull’isola, in Sardegna, a Berchidda, a Tucconi, «il luogo del cuore». È di questo movimento incessante, circolare, che racconterà Paolo Fresu, domani, martedì 22 agosto, ad Alghero presentando il suo nuovo libro “La musica siamo noi” al Festival Dall’altra parte del mare.
L’appuntamento è per le ore 21, nello spazio all’aperto della Libreria Cyrano, in Via Vittorio Emanuele. Interverranno con l’autore, Elias Vacca ed Eraldo Paulesu. L’evento è allestito in collaborazione con i Poderi Parpinello. Fresu, nato a Berchidda nel 1961, è uno dei più grandi trombettisti del mondo. Ha suonato in ogni continente e con tutti i più importanti artisti jazz degli ultimi trent’anni. Ha registrato oltre trecentocinquanta dischi, creato l’etichetta discografica Tǔk Music e fondato il festival internazionale Time in Jazz di Berchidda.
Il libro è un’accorata testimonianza del suo impegno, di uomo e di artista, perché il mondo di domani abbia un volto diverso da quello di oggi. Un mondo in cui non si costruiscono muri fra le culture, ma si gettano ponti, perché ci si possa incontrare e scambiare storie. Come avviene da anni al festival che Paolo Fresu organizza a Berchidda, sprofondando la musica nella magia dei colori e dei profumi del mirto, del cisto e dell’elicriso, con il sole che sorge a levante dietro l’isola di Tavolara. Poeta della parola non meno che delle note, Fresu incanta: che racconti il suo primo incontro con il jazz, un tempo considerato (specie nei rigidi ambienti del Conservatorio) «la musica del diavolo», o che descriva il trionfo di un’alba sul Mediterraneo, la sua voce ha il dono antico dei cantastorie, e la stessa generosità: sono queste qualità a rendere La musica siamo noi non solo un’autobiografia artistica, ma anche un canto d’amore per la musica. Un canto – ricorda Paolo Fresu – di cui tutti noi, anche se pensiamo di averle dimenticate, conosciamo le parole.
Nella foto: Paolo Fresu
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