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Red 17 settembre 2017
A diosa, la Sardegna nel mondo
«Identità e cultura sono il nostro vero patrimonio», hanno dichiarato il vicepresidente della Regione autonoma della Sardegna Raffaele Paci e gli assessori regionali della Cultura Giuseppe Dessena e del Turismo Barbara Argiolas, ad un convegno a Sarule


SARULE - Nel ricordo dell’avvocato-poeta Badore Sini ed in occasione di Cortes Apertas a Sarule, il vicepresidente della Regione autonoma della Sardegna Raffaele Paci e gli assessori regionali della Cultura Giuseppe Dessena e del Turismo Barbara Argiolas hanno partecipano al convegno organizzato per la presentazione del libro “Non potho reposare. Il canto d'amore della Sardegna”, di Marco Lutzu. Legare identità, cultura e tradizione per portare la Sardegna nel mondo e farla diventare meta di turisti che vogliono conoscerla in tutti i suoi aspetti: questo il messaggio condiviso dagli amministratori regionali, con il particolare ricordo personale di Paci, che è nipote di Badore Sini.

«Ho conosciuto mio nonno dai racconti di mia madre, dalla lettura dei suoi scritti, delle lettere che scriveva su pezzi di carta per raccontare pezzi di storia - ha ricordato il vicepresidente ed assessore della Programmazione - Una storia che è comune a tanti: un figlio del nostro mondo pastorale che studia, si laurea, si trasferisce in città ma mantiene sempre le sue radici, esattamente come facciamo noi oggi che ovunque nel mondo ci portiamo orgogliosamente la nostra identità. Un'identità che non può mai essere chiusura ma dev’essere apertura al mondo e nel mondo, dove dobbiamo portare le nostre poesie, i nostri sentimenti, le nostre tradizioni, i nostri prodotti. E a questo proposito voglio legare il ricordo personale della storia di mio nonno all’idea politica che portiamo avanti: stiamo lottando duramente contro lo spopolamento, nessuna Giunta ha fatto un’azione così forte come la nostra con la programmazione territoriale per creare opportunità di sviluppo e lavoro sul territorio proprio attraverso l'identità, i prodotti tipici, la cultura. Tutti elementi fondamentali del nostro patrimonio, proprio come A Diosa, fantastica poesia d’amore che è patrimonio di tutti noi sardi, e che vogliamo portare nel mondo insieme a tutti gli altri pezzi della nostra cultura», ha concluso Paci.

«Sono orgoglioso di aver promosso insieme a tutta la Giunta un percorso così importante di valorizzazione dei personaggi illustri della Sardegna sul territorio, perché attraverso questi personaggi riscopriamo e ci riappropriamo della nostra identità e cultura - ha sottolineato Dessena - Abbiamo un patrimonio culturale molto importante in tutta la Sardegna, unico, una ricchezza che valorizzata nel modo giusto può aiutare molto a combattere lo spopolamento delle zone interne. L’identità e le tradizioni sono una ricchezza per noi, per la nostra storia, per il nostro presente e il nostro futuro, per poter raccontare che cosa siamo stati e cosa siamo oggi anche a chi arriva da fuori e vuole conoscerci».

«Stiamo riportando Cortes Apertas al suo valore più autentico, che è quello che oggi il turismo esperienziale cerca: il valore della nostra identità e della nostra autenticità, cioè della nostra capacità di essere sempre nel mondo e di esserlo sempre contestualizzati, non come una fotografia sbiadita che ogni tanto spolveriamo e riportiamo all’attenzione di tutti - ha spiegato Argiolas - Questo è il senso di Cortes Apertas. E quest’anno, qui a Sarule, le case si aprono e si riaffacciano al confronto con chi vuole venire a visitarle. Turismo e cultura, è questa la strada giusta ed è ormai tracciata: il patrimonio etnografico, musicale, letterario dà una forte connotazione alla nostra comunità che oggi ha valore e riconoscibilità. Questo territorio ha dato alla Sardegna un patrimonio culturale preziosissimo, che è una forza anche in termini di attrattività del turismo che vogliamo nella nostra terra».

Nella foto: il vicepresidente regionale Raffaele Paci
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Duplice evento, mercoledì 24 aprile alle dore 19, promosso dalla delegazione algherese della Plataforma per la Llengua e dall’Obra Cultural nei locali della Biblioteca catalana di via Ardoino 46 ad Alghero


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