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Red 3 ottobre 2017
Corruzione a Cagliari: cinque arresti
Tra le cinque persone arrestate dal Nucleo di Polizia tributaria della locale Guardia di finanza, anche l’ex amministratore unico di un ente pubblico della Regione autonoma della Sardegna


CAGLIARI – Oggi (martedì), il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Cagliari, con la collaborazione di altri reparti del Corpo, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, nelle province di Cagliari, Nuoro, Forlì e Modena, nei confronti di cinque persone. Le indagini, condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Cagliari, hanno consentito di acquisire un grave quadro indiziario per la ricostruzione di un episodio di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.

Destinatari del provvedimento restrittivo degli arresti domiciliari, sono, con riferimento all’epoca dei fatti, l'allora amministratore unico di un ente pubblico sardo, il dirigente di riferimento di un consorzio di cooperative avente sede a Bologna, l’amministratore di una società cooperativa di Forlì facente parte dello stesso consorzio, un ingegnere ed un “intermediario”. L’operazione, condotta dal personale dei Nuclei di Polizia tributaria di Cagliari ed Oristano, ha consentito di accertare che, in relazione alla procedura di gara per la progettazione e l’esecuzione di un impianto di produzione di energia rinnovabile solare in un’area industriale in provincia di Nuoro, per un importo complessivo a base d’asta di 9,5milioni di euro, come si legge nell'ordinanza del gip, la cui «turbativa può essere desunta dalle modalità di indizione del bando di gara e dagli incontri tra gli odierni indagati» ed «è stata provata in modo certo la corresponsione di una tangente» di 89.000 euro, destinata all’ex amministratore unico del predetto ente pubblico sardo, a titolo di “compenso” per il buon esito dell’affare illecito.

Le attività investigative, operate anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, nonché l’acquisizione di documenti e di dichiarazione rese da testimoni, hanno fatto emergere che il pagamento della prima tranche della tangente, a fronte della promessa di una somma di 135mila euro, sarebbe stata spartita tra l'ex amministratore pubblico, un professionista (prestatosi a fatturare una fittizia prestazione professionale nei confronti della società cooperativa, per giustificare l’illecito passaggio di denaro) ed un intermediario, che ha ricoperto un ruolo determinante all’interno del sodalizio criminoso, in quanto è risultato essere il trait d’union tra il dirigente del consorzio e l’amministratore della società consorziata, necessario per far poi veicolare la tangente.
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