Il presidente della Regione Francesco Pigliaru nel presentare i dati sulla Fiananziaria regionale da 7,7 miliardi ha ringraziato pubblicamente l’Assessorato per il lavoro svolto
CAGLIARI - «Portare alla discussione la nostra proposta di finanziaria ad ottobre, cioè ben prima di quanto si sia fatto sinora, significa poter mettere queste risorse in circolo, a favore delle famiglie e delle imprese, con molti mesi di anticipo rispetto al passato», ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, che nel presentare i dati sulla Fiananziaria regionale da 7,7 miliardi [
LEGGI] ha ringraziato l’Assessorato per il lavoro svolto. «L’economia è in ripresa, come dimostrano alcuni segnali importanti che, via via, si vanno consolidando: basti citare la crescita del pil e il calo del tasso di disoccupazione, tornato a livello del 2012 dopo anni drammatici. Se, come è, le finanziarie servono ad aiutare questi segnali di ripresa, a renderli più forti, più robusti, più veloci in senso positivo, questa è, di fatto, la finanziaria della ripresa».
«La graduale uscita dalla crisi ci permette di avere entrate in leggera crescita - ha proseguito il presidente Pigliaru, sottolineando come più denaro significhi - più servizi per i nostri cittadini, stando particolarmente attenti a chi è maggiormente in difficoltà, a chi è malato. Gli stanziamenti per la Sanità restano importanti, in attesa che l’applicazione della Riforma ne renda i servizi più efficienti ed efficaci, così come importante è il finanziamento per reddito di inclusione sociale e l’investimento per la scuola: tutte cose che servono alla Sardegna intesa come sistema economico, ma anche alla società sarda, direttamente alle persone».
«Va in questo senso la decisione di mantenere le tasse più basse d’Italia sia per le famiglie che per le imprese, così da favorire lo sviluppo e i consumi: scelte che crediamo alla base di ogni buona amministrazione e buona politica». In riferimento alla questione accantonamenti, infine, Francesco Pigliaru ha ribadito che sul punto la Regione ha una posizione chiara e ferma: «Riteniamo che 684 milioni siano troppi per la Sardegna e dal Governo aspettiamo ancora una risposta che sta tardando ad arrivare. Vogliamo una netta riduzione e vogliamo anche sapere qual è la regola con cui vengono calcolati. Vogliamo conoscerla e avere la certezza di essere trattati con equità, una certezza che in questo momento decisamente non c’è».
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