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A.S. 9 gennaio 2018
Conoci e Salaris si sfogano con l´assessora
Si sentono tirati in ballo sulla polemica del Cap d´Any. Lettera aperta da parte di Mario Conoci e Maria Grazia Salaris all´indirizzo dell’assessora alla Cultura e Turismo della città di Alghero Gabriella Esposito


ALGHERO - Nella simpatica polemica sul backstage, tutta politica, innescata da Forza Italia che contestando il Cap d'any ha bocciato i progetti di arredo urbano con l'albero realizzato con le stoffe dello stilista Antonio Marras in Piazza Porta Terra da Tonino Serra e Giorgio Donini coi ragazzi dell'istituto d'Arte e il festival internazionale di jazz con Paolo Fresu, intervengono gli ex amministratori Mario Conoci (Psd'Az) e Maria Grazia Salaris (Ncd). Entrambi (mai nominati nel botta e risposta) si sentono evidentemente tirati in ballo dalle parole dell'assessore alla Cultura, Gabriella Esposito, che replicando a Michele Pais (Fi), si era lasciata andare in piccanti considerazioni sul passato. Così l'ex assessore al Turismo e vicesindaco della giunta Tedde decide d'inviare una lettera aperta e chiede che in passato «si eviti di farsi prendere la mano da accuse prive di fondamento, rimanendo nel campo politico». Di seguito il testo integrale.

Gentile assessora,
dopo aver riflettuto qualche giorno e aver fatto passare la festività della befana, le scriviamo pubblicamente sul suo comunicato post capodanno. Appena letto il suo documento abbiamo preferito non assumere nessuna iniziativa di impulso ma piuttosto abbiamo pensato fosse meglio, appunto, far passare qualche giorno e rileggere a freddo, e far rileggere anche a terze persone più distaccate dalle vicende politiche algheresi, il suo documento. Come potrà immaginare non possiamo condividere la ricostruzione storica delle attività culturali e degli eventi che lei propone nel suo scritto. Tuttavia ciò che ci ha sorpreso è stata una frase, buttata lì come nulla fosse, con la quale lei insinua, anzi afferma, che chi ha amministrato in passato lo ha fatto offuscando l’immagine della città, cito testualmente, “per piccoli ma ricchi tornaconti personali”. Una frase che se non dimostrata è una diffamazione. Quindi delle due l’una, o lei è un grado di dimostrare ciò che afferma, ed in tal caso la invitiamo a formulare alle autorità competenti una denuncia dettagliata con nomi e fattispecie concrete, oppure, avendo lei, per così dire, superato i limiti del normale dibattito politico, coinvolgendo la onorabilità di persone ben identificate, dovrebbe semplicemente avere l’umiltà di chiedere scusa. Avere la forza di chiedere scusa quando si sbaglia non è indice di debolezza ma piuttosto il modo per recuperare quella forma civile, da lei abbandonata, di condurre il dibattito politico, anche aspro, che forse per la consapevolezza delle difficoltà della vostra amministrazione lei non è stata, purtroppo, in grado di mantenere. Ha coinvolto così, senza guardarsi attorno, con una accusa diffamante, persone che non sono state mai nemmeno sfiorate da indagini giudiziarie o perquisizioni domiciliari, per le quali mai è stato chiesto un rinvio a giudizio e quindi nemmeno mai sottoposte a processi di alcun tipo. Ha accusato persone che non si sono mai rinchiuse in un’isola dorata senza accorgersi di ciò gli accadeva intorno, persone, forse le sembrerà strano, che vivono onestamente e non certo dalla politica o da suoi derivati, persone che finita l’attività pubblica sono tornate alle loro occupazioni tutt’altro che ricche. Prima di accusare altri è quindi sempre meglio interrogare se stessi, ad esempio dare una occhiata al proprio percorso di vita, chiedersi se si è mai vissuto di stipendi derivanti esclusivamente dalla politica o dalla vicinanza a qualche politico del cui cerchio magico si fa parte, ed ancora se ci si è mai rinchiusi in un’isola felice costruita ad hoc con fondi pubblici dentro un altra isola reale, carica, invece, di problemi veri e irrisolti. Eviteremmo al suo posto di dare lezioni sia di buona amministrazione che di moralità. Come dice il proverbio, non vorremmo si trattasse del tipico caso nel quale si guarda la pagliuzza nell’occhio del vicino senza vedere la trave nel proprio. Quella sua affermazione così grave, tuttavia, è indicativa della difficoltà che avete nel condurre un confronto sereno e nell’accettare e ribattere alle critiche così come farebbe chi invece è sicuro di aver bene operato e, soprattutto, di dire la verità senza sopravvalutare, a fini propagandistici, la propria attività ritenendola l’unica mai avvenuta. Insomma non avete scoperto voi l’acqua calda. Questo modo di pensare denota, comunque, lo stesso atteggiamento che il suo sindaco e la vostra amministrazione assumono ormai per ogni attività, o presunta tale, che mettete in atto. Pensate cioè di aver letteralmente “inventato”, o portato per la prima volta ad Alghero, azioni, iniziative o opere che invece esistevano molti anni prima che voi riceveste la responsabilità di amministrare la città e che vi erano sfuggite, impegnati come eravate nel costruire la mitologica carriera politica di una sola persona. Spesso invece, purtroppo, avete persino disperso un patrimonio di esperienze e di attività che aspettavano solo di essere proseguite o portate a compimento. Avete dimostrato, voi si, di amministrare con un livore ed un astio fuori luogo, rivolto persino contro la sempre più demotivata struttura amministrativa del comune, costituita da persone che vanno valorizzate e non mortificate. Avevate, lo ricordano tutti, persino annunciato lo scioglimento della Fondazione Meta identificandola quale carrozzone. Naturalmente non siete riusciti a dare seguito nemmeno all’annuncio di quello scioglimento e allora, dimenticando e snaturando le finalità della fondazione, la avete trasformata, voi si, in un carrozzone e nell’ennesimo strumento di propaganda nelle mani del sindaco e della maggioranza tutta. Su una cosa quindi siete bravissimi, peraltro non senza grande dispendio di energie, ovvero la propaganda fine a stessa. Per concludere, gentile assessora, saranno gli algheresi a farsi un giudizio e ad esprimersi sull’operato amministrativo di ognuno, nel frattempo però eviti di farsi prendere la mano addentrandosi in accuse prive di fondamento che portano inevitabilmente dal campo politico a quello giudiziario. Noi rimarremo in quello politico.


Nella foto: Mario Conoci
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