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Red 12 febbraio 2018
TourismA, in mostra la Sardegna archeologica
E’ tutto pronto per l’edizione del prestigioso Salone internazionale dell’archeologia, che a giorni aprirà i battenti a Firenze. Per il quarto anno consecutivo, l’editore Carlo Delfino espone la Sardegna in vetrina con l’allestimento di un grande padiglione a Palazzo dei congressi, sede della kermesse dedicata al turismo archeologico internazionale


LACONI - E’ tutto pronto per l’apertura di tourismA 2018, il prestigioso Salone internazionale dell’archeologia, che a giorni aprirà i battenti a Firenze. Per il quarto anno consecutivo l’editore Carlo Delfino espone la Sardegna in vetrina con l’allestimento di un grande padiglione a Palazzo dei congressi, sede della kermesse dedicata al turismo archeologico internazionale. Il ricco cartellone allestito per l’evento ruota attorno alle statue menhir esposte nel museo di Laconi, che saranno il leitmotiv della presenza sarda in Toscana. Nutrita anche l’offerta dei Comuni del consorzio Sa perda ‘e Iddocca: Allai, Asuni, Genoni, Laconi, Meana Sardo, Nuragus, Nurallao, Ruinas, Samugheo e Villanovatulo, che saranno presenti a Firenze per promuovere le risorse dei loro territori. Fra gli appuntamenti clou del Salone, attesissimo, l’intervento dell’archeologo Giorgio Murru, incentrato sul “Culto delle statue menhir all’alba dei nuraghi”. L’appuntamento, dunque, è nel capoluogo toscano, da venerdì 16 a domenica 18 febbraio, dove la Sardegna sarà fra i protagonisti indiscussi del più importante evento europeo per la promozione del turismo archeologico.

L’anno scorso, tourismA ha visto la nascita delle Rete museale delle statue stele del Mediterraneo, i menhir saranno protagonisti anche quest’anno, perché il programma allestito per il quarto Salone è dedicato proprio ad una delle testimonianze più importanti della Sardegna prenuragica. Databili al Terzo millennio avanti Cristo, le statue menhir sono monumenti megalitici, primo esempio di sculture antropomorfe che rappresentano figure di arcane divinità maschili e femminili, (forse antenati, guerrieri o personaggi mitici di rango). Di certo testimoniano che la religione dei sardi era ben presente almeno 2mila anni prima dei nuraghi (sostengono gli archeologi) un’esperienza di notevole spessore, che non si è esaurita con l’arrivo della civiltà nuragica, ma è sopravvissuta ben oltre quella stagione culturale. In Sardegna, sono presenti a Laconi (centro più importante), Allai, Samugheo e Nurallao, Comuni della rete del Consorzio Sa perda ‘e Iddocca, importante realtà, con sede a Laconi, nata per promuovere un territorio vasto e ricco di risorse naturali e culturali. Tutto questo, sarà esposto e raccontato a Firenze, in un grande padiglione di 120metri quadrati collocato in posizione strategica, dotato di postazioni, installazioni artistiche e di un grande visore, da 65pollici, in cui scorreranno in loop le immagini del patrimonio archeologico del Consorzio realizzate dal fotografo Nicola Castangia. Due pannelli di grandi dimensioni (8x3) con immagini e foto, realizzati dallo stesso Castangia, faranno da sfondo alle pareti laterali, integrati da roll up, depliant, brochure, libri e materiale informativo. In quei video, dentro quelle immagini, ci sarà la Sardegna delle statue menhir, che sarà rappresentata, spiegata e promossa anche da un’affiatata squadra di operatori.

I testimonial, infatti, saranno i rappresentanti dei dieci Comuni che fanno capo al Consorzio Sa Perda ‘e Iddocca, che comprende anche Laconi, con il Museo regionale della statuaria preistorica sarda, in cui sono esposti gli originali delle statue stele. Non potrà mancare lo scultore Carmine Piras, che da anni studia le tecniche di esecuzione della statuaria sarda e che esporrà alcune riproduzioni in scala delle statue stele menhir di Laconi, realizzate in materiale sintetico, ma fedeli nel disegno, nel colore e nelle dimensioni (2,20metri). Inoltre, lo scultore oristanese porterà una statua della cosiddetta “dea madre” e riproporrà le splendide spade nuragiche realizzate in bronzo, che nelle passate edizioni hanno riscosso un grande successo. Infine, i modelli di bronzetti, nonché suppellettili e manufatti coevi dei menhir. Accanto alla sala sarda, lungo il corridoio che segue, sarà allestita anche una postazione dedicata esclusivamente alla Rete delle statue stele del Mediterraneo costituita l’anno scorso. Qui saranno presenti, con i loro materiali, i musei di Aosta, Laconi e Pontremoli (Lunigiana).

Prevista per sabato 17 febbraio anche la sigla del protocollo d’intesa fra i direttori dei musei della Rete: Trento ed Aosta, Laconi e Pontremoli, La Spezia, Bolzano e Villa del Garda, accordo importante, di cui, come accennato, sono state gettate le basi nella passata edizione. L’aspetto scientifico è affidato all’archeologo Giorgio Murru, coordinatore del Museo Zapata di Barumini, nonché direttore del museo di Laconi, che in un intervento molto atteso (programmato per domenica 18, alle 14.50, nel salone del Palazzo dei congressi), tirerà le fila dell’intensa attività di comunicazione realizzata in quei giorni nel padiglione e spiegherà al pubblico il senso della partecipazione sarda al Salone fiorentino, strettamente legata, come dirà nella sua relazione, all’importante significato del “Culto delle statue menhir all’alba dei nuraghi”. L’intervento di Murru, che rappresenta il culmine della partecipazione sarda al tourismA, è inserito nel programma del 14esimo Incontro nazionale organizzato, nell’ambito del Salone, dalla rivista Archeologia viva, diretta da Piero Pruneti.

L’editore Carlo Delfino, da più di trentasei anni impegnato nella promozione del patrimonio archeologico dell’Isola, dopo una significativa esperienza di oltre undici anni alla Borsa del turismo archeologico di Paestum, porterà a Firenze, per il quarto anno consecutivo, una significativa porzione di Sardegna ed un fitto programma di eventi affidato ai rappresentanti di dieci Comuni ricchi di testimonianze archeologiche e storico-artistiche. Cosa sia tourismA e quanto sia importante esserci, lo dicono i numeri: il Salone internazionale dell’archeologia, con 12mila visitatori nella passata edizione, si conferma il più importante evento europeo per la promozione e comunicazione del turismo archeologico e costituisce un'opportunità per gli Enti locali e del turismo, gli studiosi, i tour operator e gli specialisti di settore.
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