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Red 28 febbraio 2018
Teatro: Meridiano zero a Santa Teresa
La favola crudele di Macbeth diventa “Adda passà a nuttata”, nella versione in cartellone domani sera, al Teatro comunale Nelson Mandela, per la Stagione di prosa 2017-18 firmata Cedac, nell´ambito delCircuito multidisciplinare dello spettacolo in Sardegna. Sotto i riflettori, Marco Sanna e Francesca Ventriglia nel ruolo dei protagonisti,per il primo capitolo delle B-Tragedies ispirate alle tragedie di William Shakespeare


SANTA TERESA DI GALLURA - Un dramma elisabettiano riletto in chiave contemporanea per la Stagione di prosa 2017-18 del Cedac: s'intitola “Adda passà a nuttata”, la pièce di Meridiano zero, scritta, diretta ed interpretata da Marco Sanna e Francesca Ventriglia, liberamente ispirata al “Macbeth” di William Shakespeare, in cartellone domani, giovedì 1 marzo, alle 21, al Teatro comunale Nelson Mandela di Santa Teresa di Gallura, nell'ambito del Circuito multidisciplinare dello spettacolo in Sardegna. Viaggio nella mente di una coppia di assassini, «due amabili vecchietti che si tengono per mano dopo aver commesso una strage» rinchiusi in un luogo indefinito, carcere o manicomio criminale: creature apparentemente innocue, ma dal cui passato affiora a tratti il ricordo di tremendi delitti, compiuti in una sorta di delirio a due.

Una spirale di cieca violenza e di sangue, che nella tragedia del Bardo inglese scaturisce dall'ambizione e dalla sete di potere, un un'atmosfera gotica, tra apparizioni di streghe ed ambigue profezie: il barone di Glamis spronato dall'indomita Lady decide di dare una mano alla fortuna, assassinando il re ed innescando così un meccanismo infernale, una serie di eccidi e tradimenti, che si concluderà soltanto con la sua morte. Trasportata in un'epoca più recente, la storia della coppia criminale (tra le molteplici eco nella cronaca) offre molteplici spunti di riflessione sulla capacità di assuefazione, sulla consuetudine con il delitto che attraverso i mass media (televisione, radio e giornali) ed i moderni social network, invade quotidianamente le vite delle persone. “Adda passà a nuttata”, con un chiaro riferimento al teatro di Eduardo De Filippo, rappresenta il primo capitolo di B-tragedies, “trilogia Shakespeariana trash”, che affronta le più celebri tragedie del grande drammaturgo inglese da prospettive insolite, attingendo ad un immaginario condiviso in un interessante gioco di contaminazioni di generi e stili.

Se la trama è nota fino all'amaro epilogo, i due protagonisti si trovano ora al di la del bene e del male, in un limbo, un tempo sospeso in cui possono ripercorrere le proprie gesta, di cui hanno quasi perso memoria, dopo il giudizio del mondo e la condanna, costretti a condividere un loro privato inferno. Nessuna catarsi, nessuna redenzione possibile, solo una reiterazione della colpa ed unica possibile consolazione l'oblio. La pièce, impreziosita da luci e suoni di Marco Casada, ricostruisce la carneficina compiuta dai due spietati assassini in un tutto il suo orrore e la sua insensata ed inusitata violenza, ma è inevitabile il paragone con altre analoghe vicende, non meno terrificanti proprio per l'apparente “normalità” dietro cui si nasconde un cuore di tenebra. Focus sulla natura dei criminali e sulla “banalità del male” che fa notizia e riempie i palinsesti, fa salire l'audience in una sorta di voyeurismo che si nutre di dettagli morbosi, di particolari efferati: in fondo, i veri “mostri” sono le persone, complici ignare ed involontarie di chi impugna un coltello o una pistola e si lascia travolgere dall'ira e dall'odio in un attimo di “follia”.

Nella foto: un momento dello spettacolo
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