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M.P. 21 marzo 2018
Furto tabaccheria di via Balai: arrestata banda
Questa mattina il personale della squadra mobile, a conclusione di una serrata attività investigativa ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Sassari, Michele Contini. I destinatari del provvedimento sono E.G., sassarese cinquantasettenne e P.M. di cinquantatré anni di Porto Torres, entrambi pregiudicati


PORTO TORRES - Questa mattina il personale della squadra mobile, a conclusione di una serrata attività investigativa ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Sassari, Michele Contini. I destinatari del provvedimento sono E.G., sassarese cinquantasettenne e P.M. di cinquantatré anni di Porto Torres, entrambi pregiudicati. Risulta invece indagato a piede libero F.M., pregiudicato sassarese di cinquantaquattro anni. Il provvedimento eseguito nella mattinata odierna è stato emesso dal Gip Contini, il quale ha accolto le richieste avanzate dal sostituto procuratore della repubblica Giovanni Porcheddu, che ha coordinato le indagini condotte dalla squadra mobile diretta dal vice questore aggiunto Dario Mongiovì.

L’attività di indagine che ha condotto all’applicazione delle misure restrittive in questione ha preso avvio a seguito della rapina consumata nella via Nizza di Sassari il 7 novembre 2017, in danno di un dipendente di una catena di compro oro il quale aveva appena depositato nel bagagliaio della propria auto una busta contenente metallo prezioso, ritirato poco prima presso una delle filiali operanti in zona, per un valore di oltre 45mila euro. L’uomo era stato avvicinato da due soggetti, uno dei quali, pistola in pugno, lo aveva tenuto sotto la minaccia dell’arma, mentre il secondo si era impossessato della busta di cui sopra.

Dopo essersi impossessati della refurtiva i due rapinatori hanno intimato alla vittima di salire a bordo della propria auto, avvertendolo che se non avesse ubbidito ai loro ordini avrebbero fatto uso dell’arma con la quale lo avevano minacciato. I due uomini si sono quindi dati alla fuga a bordo di un ciclomotore del quale la vittima rilevava, seppur parzialmente, la targa e, comunque, forniva agli investigatori una prima descrizione fisica dei due rapinatori. Da qui l’attività di indagine, all’epoca dei fatti sotto il coordinamento dell’allora dirigente la squadra mobile, Bibiana Pala, condotta attraverso la ricostruzione del percorso seguito dai due rapinatori per giungere ed allontanarsi dal luogo del delitto.

Detta ricostruzione è stata resa possibile dalla lunga e minuziosa attività di studio delle immagini provenienti dagli impianti di video sorveglianza presenti nella zona che hanno consentito di individuare la marca ed il modello del veicolo, oltre a constatare che i due rapinatori avevano alterato in parte la targa con il chiaro intento di non essere individuati. Il veicolo utilizzato, si è poi rilevato provento di un furto consumato precedentemente in città. Seppure sulla base dei pochi dati raccolti, delle descrizioni fornite e del patrimonio, info-investigativo dell’ufficio, le indagini della squadra mobile si sono immediatamente indirizzate verso i due arrestati, anche in considerazione del fatto che il veicolo usato per la rapina è stato rinvenuto bruciato nella zona di residenza di E.G..

Infatti, nel corso di una perquisizione a carico dello stesso, sono stati rinvenuti oggetti ed indumenti inequivocabilmente riconducibili alla rapina in questione. Oltre agli elementi relativi alla rapina, la stessa perquisizione ha consentito di rinvenire una collezione di monete antiche, alcune di notevole valore, provento di un furto in un’abitazione precedentemente consumato in città. Raccolti i primi indizi a carico di E. G. gli investigatori, anche attraverso le intercettazioni telefoniche disposte dall’Autorità giudiziaria, hanno ricostruito i suoi rapporti con P.M. Quest’ultimo, peraltro, all’epoca della rapina risultava ricercato in quanto destinatario di un ordine di carcerazione per altri fatti risalente al luglio del 2017.

Proprio a causa della pendenza del provvedimento suddetto, il 28 novembre scorso P.M. è stato rintracciato a Porto Torres e tratto in arresto dagli uomini della squadra mobile che, in quell’occasione, hanno effettuato una perquisizione a carico del predetto rinvenendo ulteriore materiale di notevole valore indiziante. Al momento dell’arresto il P.M. era in compagnia F.M., che risulta indagato in stato di libertà per il reato di favoreggiamento personale. Ma vi è di più, nel corso della perquisizione a carico di E.G. di cui si è detto sopra, gli investigatori hanno rilevato che l’uomo presentava una vistosa ferita ad una gamba che ha riferito essersi procurato in un incidente motociclistico.

Tale dettaglio ha immediatamente fatto sospettare che l’uomo fosse coinvolto anche nella rapina consumata in danno di un rivenditore di tabacchi di Porto Torres il 6 ottobre scorso. In quella circostanza la vittima era stata avvicinata con le stesse modalità della rapina descritta in precedenza, quindi aggredita con uno spray urticante che i rapinatori le avevano spruzzato in viso per neutralizzarne la reazione. In questo caso i due arrestati si erano impossessati di un borsello con gli incassi della tabaccheria, circa 11mila Euro, ed avevano tentato di darsi alla fuga a bordo di uno scooter, ma venivano immediatamente inseguiti dalla persona offesa a bordo della propria auto.

Nelle fasi concitate dell’inseguimento i due veicoli sono entrati in collisione ed i due motociclisti sono caduti a terra. Proprio in quella circostanza E. G. si è procurato le lesioni riscontrate dagli investigatori. Nonostante la caduta, i due rapinatori avevano ingaggiato con la persona offesa una colluttazione che li aveva portati, comunque, ad impossessarsi del bottino. Tuttavia, le tracce biologiche lasciate dai rapinatori sul luogo del sinistro hanno consentito di individuare senza ombra di dubbio i due soggetti, attesa la completa compatibilità dei loro profili Dna con quelli presenti sulla scena del crimine.
A riprova dell’intensa attività delittuosa condotta dai due arrestati, nel corso della perquisizione eseguita in concomitanza dell’arresto di E.G., è stato rinvenuto materiale di probabile provenienza furtiva che è tuttora al vaglio degli inquirenti.

P.M. è stato invece rintracciato presso la propria abitazione, ove da due giorni si trovava detenuto in regime di arresti domiciliati. Al momento dell’arresto, nell’abitazione del P.M. è stata rinvenuta della sostanza tipo stupefacente, presumibilmente cocaina e per la quale si procederà a carico dello stesso con separati atti. Al termine delle attività di rito i due sono stati condotti presso il carcere di Sassari – Bancali ove resteranno a disposizione della competente Autorità giudiziaria.
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