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Red 24 maggio 2018
Frode allo Stato: sequestri a Cagliari
Nell´ambito dell´operazione “Eclissi”, è stata scoperta un’ingente frode al bilancio nazionale da parte di imprese operanti nel settore delle energie alternative. Sequestrati due impianti fotovoltaici e 280 tra conti correnti, cassette di sicurezza e quote societarie


CAGLIARI – I finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Cagliari e gli ispettori del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, nell’ambito di attività di polizia giudiziaria, dirette dalla locale Procura della Repubblica, stanno dando esecuzione al sequestro preventivo, anche per equivalente, disposto dal giudice per le indagini preliminari di Cagliari, nei confronti di un’associazione a delinquere ritenuta responsabile di una rilevante truffa aggravata ai danni dello Stato e di lottizzazione abusiva. alle due società coinvolte è stata attribuita la cosiddetta responsabilità parapenale, prevista per gli enti attraverso i quali sono perpetrati determinati illeciti penali. I provvedimenti cautelari riguardano due impianti fotovoltaici ed i pertinenti terreni (per un’area complessivamente pari a 18ettari), ubicati nei Comuni di San Giovanni Suergiu e Santadi, oltre 130 tra fabbricati e terreni, dislocati in Sardegna ed in Emilia Romagna, 280 tra conti correnti e cassette di sicurezza, e quote societarie, fino a concorrenza del complessivo importo di circa 16milioni di euro, corrispondenti agli indebiti vantaggi ottenuti fraudolentemente.

Sono cinque i destinatari del sequestro: due operatori del settore delle energie rinnovabili (i due imprenditori sono rispettivamente uno di origini romagnole, ma residente a Sant’Anna Aresi, e l’altro romano), il professionista di fiducia di questi ed altri due soggetti organici al consorzio illecito, a cui sono state ascritte responsabilità penali per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ai danni del Gestore dei servizi energetici di Roma. Gli accertamenti economico-finanziari e le intercettazioni telefoniche hanno consentito di disvelare che l’articolato meccanismo di frode si è realizzato attestando falsamente che l’attività esercitata dalle due aziende titolari degli impianti fotovoltaici sarebbe stata prevalentemente agricola, anziché, come acclarato tramite le complesse investigazioni, rivolta essenzialmente alla produzione di energia elettrica. Inoltre, per ottenere i benefici, il sodalizio ha raggirato il Gse, presentandogli anche un progetto totalmente difforme da quello approvato dagli uffici tecnici comunali di San Giovanni Suergiu e Santadi, dove insistono gli impianti, ricorrendo così in responsabilità penali in materia di lottizzazione abusiva.

Le strutture realizzate a tal fine, qualificate falsamente come serre fotovoltaiche, in realtà non sono state funzionali all’esercizio di attività agricola, che, infatti, ha prodotto ricavi irrisori, bensì utilizzate quali supporti a sostegno dei pannelli fotovoltaici adoperati strumentalmente per la produzione su scala industriale di energia elettrica. Gli impianti ed i terreni su cui insistono, del valore di svariati milioni di euro, sono stati colpiti dal provvedimento cautelare reale, in quanto corpo del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, contestato all’associazione delittuosa. E' stata applicata la normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti, che consente il sequestro per equivalente anche a carico delle due società agricole, proprietarie degli impianti per le produzione di energie alternative, considerate fittiziamente rivestire tale qualificazione giuridica, essendo state ritenute vere e proprie imprese commerciali. Per questo, le Fiamme gialle hanno valorizzato le risultanze rilevate in ambito penale, effettuando ulteriori approfondimenti tipici della Polizia economico-finanziaria, che hanno riguardato gli aspetti fiscali della complessiva vicenda investigata.

E' quindi emerso che le due imprese, attribuendosi la fittizia qualificazione giuridica di azienda agricola, hanno anche beneficiato illegittimamente del regime tributario agevolato di tassazione su base catastale del reddito prodotto, in realtà non spettante trattandosi di una vera e propria attività imprenditoriale assoggettata ad un carico fiscale ben più oneroso. Gli specialisti del Nucleo di Polizia economico-finanziaria hanno ricostruito la complessiva posizione tributaria delle società, riqualificando i redditi dichiarati e constatando la sottrazione a tassazione di ricavi per circa 21milioni di euro, oltre all’appostamento contabile di costi non deducibili per quasi 2,6milioni di euro. Sono tuttora in corso, da parte della Guardia di finanza, anche specifici approfondimenti per individuare le eventuali responsabilità amministrative per danno erariale conseguenti ai comportamenti tenuti dai componenti dell’associazione illecita per aver indotto in errore il Gse sul possesso dei requisiti richiesti per accedere alle predette provvidenze pubbliche, erogate a titolo di “contributi tariffe incentivanti fotovoltaico”.
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