Lo scrittore presenta il suo libro “Pane sporco. Combattere la corruzione e la mafia con la cultura”. Appuntamento domani sera, in Piazza Pino Piras, e mercoledì sera, in Piazza Chiesa San Giovanni Battista. I due incontri sono organizzati da Libera Sardegna, in collaborazione con Sardegna solidale
ALGHERO – Una doppia presentazione per riflettere su come la cultura possa essere un'arma contro la corruzione e la mafia. Domani, martedì 24, e mercoledì 25 luglio, doppio appuntamento ad Alghero ed a Pula con il libro di Vittorio V.Alberti “Pane sporco”, filosofo e membro del consiglio scientifico del Cortile dei Gentili, già docente di filosofia politica all’Università Lateranense ed oggi direttore responsabile della rivista scientifica on-line “Sintesi dialettica”. Organizza le iniziative Libera Sardegna, in collaborazione con Sardegna Solidale.
Domani, ad Alghero, si inizia alle 19 in Piazza Pino Piras dove, moderati dal giornalista Vito Biolchini, interverranno insieme all’autore il vescovo Mauro Morfino, il sindaco Mario Bruno, il prefetto di Sassari Giuseppe Marani, il questore di Sassari Diego Buso, con lo scrittore Raffaele Sari Bozzolo, il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru e Sergio Melis, presidente della Consulta delle associazioni di Alghero. All’incontro sono stati invitati anche i sindaci della Rete metropolitana. Mercoledì, appuntamento alle 21, in Piazza Chiesa San Giovanni Battista, a Pula dove, con l’autore, ci saranno il sindaco Carla Medau, il magistrato Guido Pani, il parroco Marcello Loi, in rappresentante della stazione dei Carabinieri di Pula ed il responsabile della Caritas diocesana di Cagliari don Marco Lai.
In “Pane sporco. Combattere la corruzione e la mafia con la cultura”, Alberti affronta alla radice la piaga originaria che a suo avviso consuma la società italiana e mina alle basi qualunque prospettiva di progresso civile: una non-cultura che disprezza il merito, la riflessione, la ricerca della bellezza in nome di miopi interessi personali o di gruppo. È contro la cultura della mafia e della corruzione che è indispensabile battersi, come sostengono nel saggio introduttivo il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone e, nella postfazione, il fondatore dell’associazione Libera don Luigi Ciotti. «La corruzione e la mafia sono simboli maledetti di questa grande corruzione culturale, sono bruttezza. Per ricucire un futuro la strada è nel passato, nel nostro patrimonio, che è bellezza. Ecco l’idea: la potenza culturale italiana per combattere la corruzione e le mafie. Il patrimonio di intelligenza e bellezza, che è il nostro valore, la nostra identità, è nostro e nessuna forza oscura può togliercelo a meno che non glielo lasciamo fare, come spesso avviene per nostra colpa», spiega Alberti.
Nella foto: Vittorio Alberti
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