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Red 11 settembre 2018
Paci alla Conferenza biennale Sigrav
«La Sardegna al centro degli studi sull´universo. Avanti con la candidatura di Sos Enattos per ospitare il Progetto Einstein telescope», dichiara l´assessore regionale della Programmazione


PULA - Nell’ex miniera di Sos Enattos, a Lula, si nasconde un potenziale tesoro. Un tesoro che ha a che fare con i misteri dell’universo. Infatti, il sottosuolo del sito del Nuorese è uno dei luoghi ideali per “ascoltare” le onde gravitazionali. Il perché è presto detto: l’area è interessata da un rumore sismico debolissimo e la densità di popolazione è una delle più basse d’Europa, elemento fondamentale per realizzare un’infrastruttura sotterranea in grado di esplorare il cosmo e i tanti segreti che nasconde. Ed è proprio a Lula che, secondo alcuni scienziati e massimi esperti di fisica, sarebbe opportuno ospitare il Progetto Einstein telescope. Ci credono gli studiosi e ci crede la Regione autonoma della Sardegna, che conferma l’impegno per sostenere la candidatura di Sos Enattos. L’ha sottolineato l’assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci, intervenendo ieri (lunedì) alla Conferenza biennale della Società italiana di relatività generale e fisica della gravitazione, in corso di svolgimento a Santa Margherita di Pula.

«Il Progetto Einstein telescope prevede investimenti per centinaia di milioni di euro. Se Lula sarà scelta come sede destinata a ospitare questa importante infrastruttura, ci saranno ricadute enormi, in termini economici e di sviluppo, non solo sul territorio ma sull’intera Sardegna. Noi ci contiamo – ha affermato Paci – il sottosuolo di Lula, a detta degli studiosi, è il luogo ideale in Europa dove realizzare l’opera. Stiamo lavorando insieme a tutte le istituzioni, dal Miur all’Istituto nazionale di fisica nucleare, dalle Università di Cagliari e Sassari alle comunità locali, per promuovere la candidatura dell’Italia, e quindi della Sardegna. Abbiamo già finanziato con un milione di euro l’apertura di laboratori e strutture di ricerca nell’ex miniera di Sos Enattos e – ha aggiunto il vicepresidente regionale – siamo pronti a mettere in campo altre risorse finanziarie. Il progetto Et potrebbe davvero cambiare la storia di un territorio come quello di Lula, e la Sardegna diventerebbe sede privilegiata di ampi settori della ricerca scientifica e tecnologica, con il coinvolgimento di centinaia di studiosi, l’interesse di numerosi investitori pubblici e privati, e grandi vantaggi in termini di qualità dei servizi e crescita culturale. Ecco perché stiamo puntando su questo genere di infrastrutture: vogliamo valorizzare i nostri centri universitari, la nostra comunità scientifica e il nostro capitale umano. Con la ricerca e l’innovazione – ha sottolineato Raffaele Paci – possiamo davvero connetterci con il resto del mondo».

In Sardegna, nell’ambito della ricerca e dell’innovazione, non c’è soltanto il Progetto Et, per il quale a febbraio, al Miur, è stato siglato un Protocollo d’intesa che prevede complessivamente un impegno finanziario da parte dell’Italia pari a 17milioni di euro. Infatti, sal recupero delle ex miniere passano importanti prospettive di sviluppo legate all’alta tecnologia. Il progetto “Aria nel Sulcis”, grazie ad un Accordo di programma tra Infn, Regione Sardegna, Carbosulcis e con la collaborazione delle Università degli studi di Cagliari e Sassari, attuerà la conversione della miniera di Seruci, in chiusura, in un’infrastruttura tecnologicamente avanzata che riuscirà a produrre Argon 40 puro, necessario alle attività dell’esperimento DarkSide nel Gran Sasso. Infine, altri progetti prestigiosi sono quelli che riguardano la collaborazione tra Regione ed Inaf per il Radiotelescopio di San Basilio ed il Joint innovation center di Huawei e Crs4, punto di riferimento italiano per le Smart and safe city.

Nella foto: un momento dell'incontro
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