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Red 13 ottobre 2018
«Torna l’incubo della blue tongue»
«Questa volta a far paura è il sierotipo 3, che è stato rilevato dal centro di referenza di Teramo. Si tratta del primo caso rilevato in Sardegna». A lanciare l´allarme è la Coldiretti Sardegna


CAGLIARI - Si ripresenta l’incubo della blue tongue in Sardegna. Questa volta a far paura è il sierotipo 3, che è stato rilevato dal centro di referenza di Teramo. Si tratta del primo caso rilevato in Sardegna. Precedentemente, il sierotipo 3, era stato accertato (per la prima volta in Italia) in Sicilia, nella provincia di Trapani, nel novembre 2017, ed era identico a quello tunisino, identificato nel novembre 2016. Infatti, il nuovo sierotipo si presume sia arrivato dal Nord Africa, come già accaduto in passato per altri sierotipi, tramite insetti (Culicoides) infetti trasportati dal vento. Al momento, non ci sono vaccini in commercio per questo sierotipo, come dichiarato dal direttore generale dell’Istituto zooprofilattico della Sardegna Alberto Laddomada.

Mercoledì mattina, Coldiretti Sardegna ha scritto all’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru per manifestare tutta la propria preoccupazione per questo nuovo rinfocolamento che rischia di danneggiare soprattutto il settore bovino con il blocco delle esportazioni. Infatti, gli allevatori sardi esportano la maggior parte dei propri vitelli fuori dalla Sardegna, vista la mancanza di centri di ingrasso. Il blocco delle movimentazioni, oltre al non rispetto dei contratti in essere, crea non pochi problemi agli allevatori che si ritroverebbero ad avere ulteriori spese per il mantenimento degli animali, che nel frattempo crescono e non rispettano più gli standard contrattuali. L’Isola è interessata dall’epidemia della blue tongue da quindici anni, nel corso dei quali ci sono state diverse ondate virulente, che hanno da una parte decimato le greggi e dall’altra bloccato l’esportazione dei bovini oltre Tirreno.

«Siamo molto preoccupati per questo nuova epidemia – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - anche perché purtroppo conosciamo bene le conseguenze. Per questo abbiamo scritto all’assessore alla Sanità manifestando la nostra preoccupazione e chiedendo la massima attenzione e monitoraggio, perché con il blocco delle esportazioni sono a rischio milioni di euro in un periodo positivo per il settore dopo la firma di contratti di filiera vantaggiosi». «Alla Regione abbiamo chiesto di intervenire immediatamente con l’arrivo e l’implementazione dei vaccini per i sierotipi 1 e 4 che continuano ad essere presenti – dichiara il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba - Mentre per quanto riguarda il sierotipo 3, per il quale manca il vaccino, chiediamo di poter utilizzare l’esame Pcr (analisi del sangue indicatore generale di un’infiammazione) per aprire le frontiere e poter esportare». Inoltre, la Coldiretti Sardegna chiede alla Regione un intervento al Ministero della Salute affinché favorisca con le regioni di destinazione dei bovini degli accordi che riconoscano i protocolli sanitari sardi. E la possibilità di consentire la movimentazione in un periodo stagionalmente libero (da dicembre a marzo), quando è assente il vettore di contagio.
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