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Red 22 ottobre 2018
Politica e prospettive: Erriu a Cagliari
«I Comuni sono luoghi privilegiati della formazione politica dei giovani e dell´educazione alla cittadinanza», ha dichiarato l´assessore regionale degli Enti locali, presente al Seminario diocesano sul tema “Animare i territori, alimentare la speranza”


CAGLIARI - Ad un anno dalle giornate che hanno animato la 48esima Settimana sociale dei cattolici italiani, istituzioni laiche e religiose si sono confrontate al Seminario diocesano di Cagliari sul tema “Animare i territori, alimentare la speranza”. L’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu ha proposto il punto di vista della Regione autonoma della Sardegna e le politiche portate avanti in questa legislatura. «Il lavoro – ha esordito Erriu – continua a essere il principale fondamento in grado di alimentare il nostro futuro e la nostra speranza. In un periodo di crisi di valori, ci sono le responsabilità individuali delle singole persone, chiamate a contrastare la deriva negativa della rassegnazione, della passività e dell’accidia sociale, ma c’è poi la dimensione collettiva, sociale. Serpeggiano sentimenti di passività e rassegnazione, accompagnati spesso da sentimenti di rancore sociale e di paura che alimentano a loro volta ulteriori, incontrastate spirali negative di odio e intolleranza. Contrastare questa deriva con un pensiero nuovo, con azioni capaci di animare il territorio e di alimentare la speranza, è diventata un’urgenza e una necessità che riguarda tutti».

«Gli enti locali e i territori – ha proseguito l’assessore – sono potenziali luoghi privilegiati della formazione politica dei giovani e dell’educazione alla cittadinanza. Essendo le Istituzioni più vicine ai cittadini, possono essere il primo luogo dove praticare cittadinanza attiva, traducendo in pratiche anche le politiche elaborate a livello regionale e nazionale. La partecipazione attiva dei giovani alle decisioni e alle attività a livello locale e regionale è essenziale, se si vogliono costruire società più democratiche, solidali e prospere. Non ci sono soltanto ombre. Rispetto al passato c’è un maggiore dialogo tra i territori; le Unioni dei Comuni consentono la gestione associata di alcuni servizi essenziali; il programma Iscol@ sta rivoluzionando le nostre scuole; e poi l’introduzione della programmazione territoriale è un volano di sviluppo economico». Un richiamo, poi, allo spopolamento delle zone interne. «In Sardegna, i piccoli Comuni sono l’84percento del totale, e 119 hanno meno di mille abitanti. La deriva cui assistiamo sta producendo emigrazione, rarefazione sociale, produttiva ed economica, abbandono delle terre e dissesto idrogeologico, crisi delle economie tradizionali legate alla pastorizia, declino dei beni comuni. Spopolamento e urbanizzazione, inoltre, sono i principali fattori di alterazione degli equilibri ambientali. Tuttavia, non mancano i segnali di rinascita: vivacità di alcune comunità locali, policentrismo e apertura all’esterno, capacità di fare rete e puntare all’innovazione. Si stanno introducendo nuove economie e sta emergendo la filiera campagna-città. Inoltre stiamo cercando di esaltare i valori paesaggistici (come paesaggi ulivetati e paesaggi rurali storici) e rafforzando la rete istituzionale di base (Comuni, aree protette, cooperazione di comunità, consorzi)».

«Papa Francesco – ha ricordato Ignazio Boi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro – ci ha esortati a non farci incantare dalla dea lamentela. Peggio ancora, dall’arrenderci dicendo che “tanto non c’è niente da fare”. Prossimità alle persone e vicinanza ai territori sono i fari che devono guidarci in un percorso non facile, nel quale al centro di tutto deve esserci la famiglia». Sergio Gatti, vicepresidente del Comitato scientifico ed organizzatore delle Settimane sociali, ha puntato i riflettori sulle tre emergenze che affliggono l’Italia: «Lavoro, occupazione giovanile e relative prospettive, denatalità. Gli intrecci e le combinazioni con indebitamento, invecchiamento e instabilità rendono gli ostacoli più difficili da superare, anche perché emergono sempre di più tre divari: tra generazioni, con i coetanei di altri Paesi dell’Unione Europea e tra aspettative e prospettive future».

Nella foto: l'assessore regionale Cristiano Erriu
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