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Red 24 ottobre 2018
Da Sassari a Cagliari, il potere delle immagini
Ha preso il via ieri, a Cagliari, il secondo meeting del progetto “FitOptiVis”, destinato a rendere sempre più funzionali e percettivi i sistemi di computazione. L´Uniss è ai vertici del coordinamento. Si tratta di un progetto finanziato nell´ambito del programma Horizon 2020 attraverso l´iniziativa Ecsel, con il supporto di agenzie nazionali (in Italia il Miur), dal costo complessivo di 22milioni di euro


SASSARI - Ha preso il via ieri (martedì), a Cagliari, il secondo meeting del progetto “FitOptiVis”, destinato a rendere sempre più funzionali e percettivi i sistemi di computazione. L'Università degli studi di Sassari è ai vertici del coordinamento di FitOptiVis. Si tratta di un progetto finanziato nell'ambito del programma Horizon 2020 attraverso l'iniziativa “Electronic components and systems for european leadership”, con il supporto di agenzie nazionali (in Italia il Ministero dell’Istruzione, università e ricerca), dal costo complessivo di 22milioni di euro. Sono coinvolti ventinove partner provenienti da cinque diversi Paesi Europei: Olanda, Spagna, Finlandia, Repubblica Ceca ed Italia. Il gruppo scientifico dell’Università di Sassari è guidato dalla ricercatrice Francesca Palumbo (del Dipartimento di Chimica e farmacia, al suo fianco per Uniss anche Luca Pulina (dello stesso Dipartimento) ed Enrico Grosso (Dipartimento di Agraria). Il coordinamento scientifico dell'intero progetto è affidato a Francesca Palumbo (anche in questo caso, come nel progetto Cerbero) ed a due professori olandesi: Twan Basten (Eindhoven University of technology) e Zaid Al-Ars (Delft University of technology).

Lo scopo del progetto è quello di migliorare le capacità “sensoriali” dei moderni sistemi di computazione. In un mondo in cui i sistemi diventano sempre più intelligenti e capaci di prendere decisioni in autonomia è importante che vengano migliorate anche le loro capacità percettive, e l’elaborazione di immagini e video è una parte fondamentale di questo processo. FitOptiVis intende fornire strumenti di progettazione e componenti in grado di migliorare, automatizzare e rendere pervasiva l’elaborazione di immagine in sistemi embedded e sistemi distribuiti. Nel team di FitOptiVis in Italia è coinvolta anche Abinsula, che ha instaurato con l’Università di Sassari un proficuo rapporto di collaborazione e che nel progetto riveste anche il ruolo di coordinatore italiano ed innovation manager, nella figura di Katiuscia Zedda. Partecipano l’Università di Cagliari (che ospita il meeting scientifico grazie al lavoro di Luigi Raffo e Carlo Sau), l’Università degli studi de L’Aquila, le aziende Aitek, Società acquedotti tirreni ed IsaRail. Il coordinamento amministrativo del progetto è affidato a Frank Van der Linden (Philips medical systems, Olanda).

La validazione delle tecnologie di FitOptiVis in Italia verrà condotta su un sistema di approvvigionamento idrico già esistente messo a disposizione dalla Società acquedotti tirreni. Questo sistema comprende una falda acquifera (in cui la sorgente è accessibile tramite un pozzo di ispezione), un acquedotto (per la maggior parte sotterraneo e con alcuni pozzi di ispezione) ed un serbatoio di distribuzione. La criticità del servizio idrico, anche in prospettiva di sicurezza, rende il monitoraggio di questo tipo di infrastruttura molto difficoltoso con i sensori standard attualmente disponibili. «Il meccanismo di controllo degli accessi è molto importante e andrebbe garantito lungo tutti i punti chiave della struttura (pozzi di ispezione e serbatoio di distribuzione) – spiega Palumbo - Per risolvere tali problematiche, FitOptiVis intende integrare nella struttura preesistente un sistema di monitoraggio avanzato basato sulla cooperazione di stazioni fisse e mobili, smart cameras con capacità di interpretazione automatica delle immagini, video e droni, in modo da abbattere i tempi di intervento ed accedere in sicurezza alle aree pericolose».

Nella foto: un momento del convegno di apertura
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27/3/2024
20 laureati e decine di studenti detenuti hanno frequentato i corsi universitari durante questi dieci anni. Negli Istituti Penitenziari in cui opera, l´Università di Sassari impegna in percorsi universitari in media il triplo dei detenuti rispetto alla media nazionale (5-6% rispetto al 2%), con punte di eccellenza nelle due Case di Reclusione di Tempio Pausania (15-17%) e Alghero (8-10%)


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