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Mariangela Pala 8 dicembre 2018
Fidapa e studenti danno voce ai diritti della bambina
La manifestazione ha visto protagonisti gli studenti delle scuole medie degli Istituti comprensivi 1 e 2, i quali hanno presentato la Carta dei diritti della bambina per abbattere il muro della discriminazione di genere


PORTO TORRES - Prima di tutto donne, che siano professioniste, imprenditrici o casalinghe non fa differenza. Contano i diritti delle bambine e delle ragazze che rappresentano un obiettivo di discriminazione ancora grave e necessitano pertanto di forme specifiche di protezione. Una finalità perseguita dalla Fidapa - Bpw Italy sezione di Porto Torres che durante la serata di ieri, venerdì 7 dicembre a chiusura dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere ha presentato nella sala Filippo Canu l’evento dal titolo “Estirpiamo insieme la violenza e coloriamo di speranza il mondo”.

La manifestazione ha visto protagonisti gli studenti delle scuole medie degli Istituti comprensivi 1 e 2, i quali hanno presentato la nuova Carta dei diritti della bambina. Nove articoli per abbattere il muro della discriminazione di genere e attribuire alla bambina fin dalla nascita le stesse opportunità dei coetanei maschi, anche attraverso il coinvolgimento delle strutture pubbliche preposte all’educazione, alla crescita e alla formazione come le scuole, le associazioni e le istituzioni locali.

Il documento approvato durante il Congresso della Bpw Europa tenutosi a Reykjavik nel 1997, è stato consegnato ieri dalla presidente Fidapa Porto Torres, Ersilia Fiori al sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler perché lo stesso Consiglio comunale possa adottarlo e approvarlo al fine di affermare la tutela dei diritti delle donne fin dalla nascita. «La bambina deve essere aiutata, protetta fin dalla nascita - ha sottolineato Ida Gasperini, presidente Fidapa distretto Sardegna- e formata in modo che possa crescere nella piena consapevolezza dei suoi diritti e dei suoi doveri contro ogni forma di discriminazione».

In sala i genitori della Consulta di entrambi gli istituti scolastici, gli assessori ai Servizi sociali e istruzione, Rosella Nuvoli e Mara Rassu e insegnanti, ma soprattutto ragazzi che hanno parlato di violenza recitando brani e pensieri da loro stessi elaborati per enunciare insieme i principi di valore morale e civile, capaci di superare gli stereotipi che limitano la libertà di pensiero e di azione in età adulta. Si perché i numeri sulla violenza sulle donne fanno paura. A leggere i dati Eures gli stessi studenti: 106 femminicidi da gennaio a ottobre 2018, uno ogni 72 ore. Un dato che cresce rispetto allo scorso anno. Le vittime hanno in media 52 anni e dal 2000 ad oggi si contano già 3100 donne uccise per mano degli uomini.


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