È datata 22 gennaio, è firmata dal ministro dell’Economia Tria ed è arrivata martedì sera negli uffici dell’Assessorato regionale del Bilancio, sotto forma di lettera cartacea, spedita con posta ordinaria, dopo venti giorni, la “risposta” del Governo in tema di accantonamenti
CAGLIARI - È datata 22 gennaio, è firmata dal ministro dell’Economia Tria ed è arrivata martedì sera negli uffici dell’Assessorato regionale del Bilancio, sotto forma di lettera cartacea, spedita con posta ordinaria, dopo venti giorni, la “risposta” del Governo in tema di accantonamenti. La lettera non contiene ne una proposta, ne una data per un incontro, ne il minimo riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale dell’11 gennaio, con cui i giudici danno ragione alla Sardegna ed invitano il Governo a trovare un accordo equo in termini di accantonamenti senza esercitare “principi tiranni” per la necessità di salvaguardare le casse nazionali.
Inoltre, nella lettera viene ribadito il 31 gennaio come termine ultimo per l’intesa (termine fissato in Finanziaria nazionale dallo stesso Governo), da raggiungere dopo un incontro auspicato dallo stesso ministro, ma che si sarebbe dovuto tenere prima di tale data, e vengono riportati stralci della memoria difensiva del Governo in occasione dell'udienza dinanzi alla Corte. Questa mattina, la Regione autonoma della Sardegna ha risposto via pec, sottolineando le «modalità irrituali della trasmissione della lettera e la sua tardiva ricezione» e ricordando che l’ultima sentenza della Corte stabilisce che il legittimo ordine dei rapporti economico-finanziari tra Stato e Regione deve essere ripristinato nella sostanza e non solo formalmente.
La Regione si è dichiarata disponibile a riprendere la trattativa con lo Stato, come più volte chiesto attraverso numerose lettere rimaste senza risposta, ma ha ribadito di aver comunque intrapreso iniziative utili per ottenere l’immediata esecuzione dell’ultima sentenza della Corte.
Commenti