In programma domani pomeriggio, nelle sale del Museo Diocesano, la presentazione del libro “Pane sporco: come combattere la corruzione e la mafia con la cultura”. Sarà presente l´autore Vittorio V.Alberti. In programma anche due presentazioni per le scuole, domani mattina al Liceo Euclide di Cagliari e sabato mattina al De Castro di Oristano
ORISTANO - “Pane sporco: come combattere la corruzione e la mafia con la cultura” è il titolo del libro scritto dal filosofo, storico e giornalista Vittorio V.Alberti, che sarà presentato domani, venerdì 15 marzo, ad Oristano. Appuntamento alle 17.30, nella sala del Museo Diocesano di Piazza Duomo. Insieme all’autore, interverranno Luisanna Usai del Meic, don Paolo Bartoli (prorettore del Seminario arcivescovile dell’Immacolata), il coordinatore del Sa.Sol. Point 4 di Oristano Antonio Ippolito e Carlo Veglio di Libera Sardegna. La presentazione rientra nell’ambito delle tappe di “Verso il 21 marzo”, una serie di iniziative rivolte principalmente alle scuole ed organizzate da Libera Sardegna, in collaborazione con Sardegna solidale, in vista della 34esima Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che a livello regionale verrà celebrata a Cagliari.
Inoltre, il libro verrà presentato anche agli studenti di due scuole di Cagliari e di Oristano. Domani, l’appuntamento nel capoluogo è per le 11.30, al Liceo Classico e scientifico “Euclide” dove, con Alberti, interverranno anche il dirigente scolastico Vanni Mameli, la docente Graziella Serra e Veglio. Ad Oristano, sabato 16, l’incontro si terrà alle 10.30, nel Liceo Classico De Castro, relatori lo stesso Alberti, il dirigente scolastico Pino Tilocca, la docente Sabrina Sanna e Carlo Veglio.
Nel libro, Vittorio Alberti affronta alla radice la piaga originaria che a suo avviso consuma la società italiana e mina alle basi qualunque prospettiva di progresso civile: una non-cultura che disprezza il merito, la riflessione, la ricerca della bellezza in nome di miopi interessi personali o di gruppo. È contro la cultura della mafia e della corruzione che è indispensabile battersi, come sostengono nel saggio introduttivo il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone e, nella postfazione, il fondatore dell’associazione Libera don Luigi Ciotti. «La corruzione e la mafia sono simboli maledetti di questa grande corruzione culturale, sono bruttezza. Per ricucire un futuro la strada è nel passato, nel nostro patrimonio, che è bellezza. Ecco l’idea: la potenza culturale italiana per combattere la corruzione e le mafie. Il patrimonio di intelligenza e bellezza, che è il nostro valore, la nostra identità, è nostro e nessuna forza oscura può togliercelo a meno che non glielo lasciamo fare, come spesso avviene per nostra colpa», spiega Alberti.
Nella foto: Vittorio V.Alberti
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