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A.B. 20 luglio 2013
LeggiGiaime: Tra storia e cultura
Lunedì sera, all’Archivio storico è in programma un reading per ricordare il giovane letterato antifascista


CAGLIARI - Lunedì 22 luglio, alle ore 20, il giardino dell’Archivio storico comunale in via dell’Insinuazione accoglierà l’iniziativa “LeggiGiaime”, proposta dalla Soprintendenza archivistica per la Sardegna, in collaborazione con l’Assessorato alle Culture. L’evento si inserisce nel quadro delle manifestazioni dedicate a Giaime Pintor, nel settantesimo anniversario della sua morte.

LeggiGiaime sarà una maratona di lettura pubblica per far conoscere la figura di Giaime Pintor (1919-1943), giovane letterato di origini cagliaritane che aveva sposato la causa della liberazione dal nazifascismo, morto giovanissimo nel tentativo di superare le linee nemiche. Un reading di lettere scritte da Giaime o a lui indirizzate, e di numerosi brani tratti da saggi e poesie, conservati nel Fondo archivistico Giaime Pintor custodito dall’Archivio centrale dello Stato. LeggiGiaime coinvolgerà il pubblico, che sarà il vero attore della serata: i partecipanti avranno la possibilità di estrarre a sorte i brani tra un centinaio di carte sistemate senza un ordine cronologico o tematico all’interno di un bel cesto sardo ottocentesco. L’epistolario contiene anche la celebre lettera-testamento indirizzata al fratello Luigi, nella quale Giaime tre giorni prima di morire fa un bilancio di se e delle scelte che è costretto a fare («senza la guerra io sarei rimasto un intellettuale con interessi prevalentemente letterari… non ho mai apprezzato come ora i pregi della vita civile, ed ho coscienza di essere un ottimo traduttore ma, secondo ogni probabilità, un mediocre partigiano»), secondo Ferruccio Parri, il documento più alto e nobile della guerra di resistenza.

Nel corso della serata, saranno proiettati testi e immagini che illustrano la vita di Giaime, facilitando così sia la contestualizzazione dei brani sia la scoperta della cerchia dei familiari e del “mondo” conosciuto grazie alla frequentazione della casa romana dello zio Fortunato Pintor, già direttore della Biblioteca del Senato, dove Giaime si trasferisce nel 1935. Qui nascono le amicizie con Lucio Lombardo Radice e soprattutto con Mischa Kamenetzky, col quale firma articoli con lo pseudonimo comune di Ugo Stille: nome che Kamenetzky (figlio di esuli russi, nel dopoguerra corrispondente e poi direttore del “Corriere della Sera”) assumerà in seguito in ricordo di Giaime. Qui matura l’opposizione al regime, prima essenzialmente culturale, che anni dopo approderà nel «nuovo antifascismo» teorizzato con Aldo Capitini. Gli accadimenti del 1943 segnano la totale presa di coscienza che «ognuno debba contribuire alla liberazione del Paese»: Giaime morirà in un campo minato a Castelnuovo di Volturno col nome di battaglia di Ugo Stille, nel tentativo di dare il suo contributo. Durante gli anni universitari, nonostante l’adesione al Guf, la sostanziale estraneità al regime si avvierà a trasformarsi in antifascismo culturale sino a sfociare in opposizione attiva. Per certi versi propedeutica si rivelerà anche l’esperienza militare durante la quale stringe contatti con Geno Pampaloni e Valentino Gerrattana e poi Gastone Manacorda e Aldo Capitini col quale approfondisce quel nuovo modo di fare opposizione al regime, definito poi «nuovo antifascismo». L’insofferenza sempre più marcata verso il regime è solo parzialmente placata dall'attività letteraria: è di quel periodo l’attività di consulenza editoriale alla “Einaudi”, durante la quale maturano i contatti con Pavese ed Alicata.
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