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A.B. 21 luglio 2014
Imprese sarde crescono, ma l’artigianato soffre
«La Giunta Regionale renda operativi e concreti i propositi di riforma annunciati», chiede la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola Media Impresa della Sardegna


CAGLIARI - Il secondo trimestre del 2014 registra qualche segnale di ripresa per le imprese della Sardegna. Tra aprile e giugno, i registri delle Camere di Commercio sarde hanno ricevuto 2709 domande di iscrizione a fronte di 1553 cessazioni: il tasso di crescita registrato, lo 0,70percento, è raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2013 ed è superiore alla media italiana (0,59percento). In ripresa, seppure leggera, anche l’artigianato: nel secondo trimestre 2014 le Camere di Commercio isolane hanno iscritto 481 nuove imprese artigiane a fronte di 597 cessazioni. Si tratta di 116 aziende in meno: un -0,30percento, che è ancora quasi il doppio della media italiana (-0,14percento), ma che fa ben sperare visto che lo scorso anno, nello stesso periodo, la flessione era stata del - 0,87percento. I dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel secondo trimestre 2014 riportati da “Movimprese” (la rilevazione trimestrale condotta sui Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane da “Unioncamere-InfoCamere”) registra qualche nota timidamente positiva per le imprese sarde. In tutte le regioni italiane, d’altronde, il trimestre si è chiuso con segno positivo. Tutte le principali attività hanno fatto registrare un’espansione della base imprenditoriale: 10813 in più nel commercio, 6055 nella ristorazione ed alloggio, 3523 nei servizi alle imprese. In ripresa anche le costruzioni (+2.875 unità) e le attività manifatturiere (+1.155).

In generale, secondo la ricerca Movimprese, i migliori risultati del trimestre si registrano nella circoscrizione del Sud ed Isole, che hanno visto un considerevole aumento delle imprese. Discorso diverso per le aziende artigiane, ancora dislocate per la maggior parte nel Nord Italia (addirittura il 54,69percento): il 31,25percento nel Nord-Ovest ed il 23,44percento nel Nord-Est. Per questo motivo, il saldo positivo (5,35percento) di imprese artigiane registrato dalla ricerca di Unioncamere (quasi 2mila unità) pesa soprattutto nelle due circoscrizioni del Nord. Nel settentrione, le imprese artigiane, dopo anni di stagnazione, hanno infatti fatto registrare un incremento dello stock pari allo 0,14percento. Tale risultato è stato determinato principalmente da una riduzione delle cessazioni, anche se tra aprile e giugno 2014, si è registrato un complessivo aumento (15,5percento) delle procedure fallimentari rispetto allo stesso periodo del 2013.

Quanto alla Sardegna, stando ai dati di Unioncamere, l’aumento delle imprese artigiane non si è verificato (anche se, come visto in precedenza, il saldo negativo è stato comunque minore rispetto all’anno precedente) a fronte, invece, di un considerevole aumento dei fallimenti e dei concordati preventivi (del 6,9percento e del 21,7percento rispetto allo stesso periodo del 2013). I dati provinciali estratti dallo studio di Unioncamere dicono che Sassari è la provincia sarda che ha registrato il maggiore tasso di crescita delle imprese (0,83percento). Seguono Nuoro, Cagliari ed Oristano, con una crescita intorno allo 0,60percento, in linea con il resto d’Italia. Quanto alla nati-mortalità delle imprese artigiane, l’unica provincia sarda che ha registrato un leggero aumento delle aziende del settore è quella di Nuoro, con uno 0,03percento (due imprese in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Tutte le altre province sarde registrano invece un segno negativo. Fanalino di coda è la provincia di Cagliari, che con 178 nuove aziende artigiane iscritte e 259 cessazioni registra il risultato peggiore (-0,59percento). «La crisi economica pesa ancora sul sistema produttivo sardo, ma anche se con fatica le imprese stanno dimostrando di avere capacità di reazione», commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della “Cna Sardegna”. «I dati di Unioncamere dimostrano che la vitalità del nostro sistema di imprese (se accompagnata e supportata da strumenti e politiche pubbliche di qualità) può farci uscire dalla crisi. E' quanto ci attendiamo dal governo regionale, atteso ora nel rendere concreti e operativi i propositi di riforma annunciati sui diversi ambiti».

Nella foto: Pierpaolo Piras
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