Mancato riutilizzo dei reflui (nonostante il progetto ne vincolasse un uso irriguo), scorretta gestione dei rifiuti prodotti dal ciclo depurativo e carenza documentale. Sono le gravi inadempienze segnalate dalla Provincia a gestore, Regione, Comune, Azienda sanitaria, Arpas e forze dell'ordine
ALGHERO - Il sistema depurativo adottato nell'impianto di San Marco è potenzialmente pericoloso per l'ambiente e la salute pubblica. E considerata la scarsa efficienza sulle linee di trattamento, l'impossibilità di riutilizzo dei reflui, l'elevata presenza di fanghi (a causa anche della totale inefficienza della linea dedicata), la scorretta gestione dei rifiuti prodotti dal ciclo depurativo, la carenza di presidi obbligatori atti a prevenire eventuali contaminazioni del suolo e l'assenza di garanzie di sicurezza, oltre alla carenza documentale negli interventi tecnici e al degrado dell'area, per la Provincia di Sassari (settore Ambiente) non ci sono più le condizioni per autorizzarne lo scarico. Sono le gravi inadempienze segnalate dalla Provincia aa Abbanoa, Regione, Comune, Azienda sanitaria, Arpas e forze dell'ordine.
Sospesa dalla giornata di mercoledì l'autorizzazione allo scarico con contestuale diffida al titolare (Abbanoa) e richiesta urgente di documentazione integrativa per valutare la corrispondenza progettuale e documentale al reale ciclo depurativo dell'impianto. Tutti problemi che in realtà coinvolgono, come facilmente intuibile, numerosi enti che negli anni hanno certificato progetti e impianto, tra cui il Comune di Alghero, già al centro di una inchiesta della Procura della Repubblica. Non è mistero infatti quanto notificato dalla Provincia, soprattuto in riferimento al mancato riutilizzo dei reflui: nonostante il progetto finanziato dalla comunità europea ne vincolasse un utilizzo irriguo, infatti, i 18.000mc giornalieri circa prodotti finiscono direttamente in mare, via Rio Filibertu e Calich, dal giorno in cui l'impianto è entrato in funzione (era il 2009). Contribuendo in modo determinante al disastroso fenomeno noto come "marea gialla", cui non solo gli algheresi hanno purtroppo fatto l'abitudine. Il tutto, senza una valutazione d'impatto ambientale nonostante ci si trovi in zone sensibili e protette.
A distanza di più di cinque anni dall'accensione del nuovo depuratore della città di Alghero in località San Marco così, l'impianto continua a far discutere, contribuendo ad offuscare l'immagine turistica della Riviera del Corallo. Nonostante le decine di milioni di euro spesi, infatti, non si contano le disfunzioni legate a malfunzionamenti della rete fognaria cittadina che, seppur non sempre correlate a specifici guasti d'impianto, hanno segnato - in negativo - un progetto discusso fin dalla sua origine. In considerazione dei numerosi problemi, la Provincia chiede delucidazioni sullo stesso Mariotti (i cui odori nauseabondi provenienti da via degli Orti spesso ammorbano l'aria, quando i liquami non invadono la strada) e su tutti i sistemi di sfioro a mare a servizio della rete fognaria cittadina (ex Bigagli, San Giovanni e Solaio). Insomma, la Provincia
scopre il depuratore.
Nella foto: i reflui che quotidianamente vengono riversati sullo scarico provvisorio e incanalati verso il Rio Filibertu, direzione Calich
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